Droghe leggere, la Cassazione riduce la pena ai detenuti

di Mena Grimaldi

 Roma. Una decisione che potrebbe avere ripercussioni anche sul numero dei detenuti nelle carceri italiane quella che vede un ribasso per le pene definitive per i piccoli spacciatori di droga condannati in via definitiva.

Pene inflitte nel periodo in cui era in vigore la legge Fini-Giovanardi, dichiarata incostituzionale lo scorso febbraio, a seguito della quale è tornata in vigore la legge Iervolino-Vassalli.

I supremi giudici hanno appena preso questa decisione, accogliendo un ricorso della procura di Napoli contro la decisione del tribunale, che aveva negato ad un condannato recidivo per piccolo spaccio di ottenere il ricalcolo della pena a seguito della sentenza della Consulta che nel 2012 aveva dichiarato incostituzionale la norma della Fini-Giovanardi che vietava la concessione delle circostanze attenuanti prevalenti nel caso di recidivi.

La Cassazione, inoltre, ha stabilito – comprendendo nella sua decisione anche gli effetti del recente verdetto della Consulta che ha ripristinato la distinzione tra droghe pesanti e leggere – che i giudici dell’esecuzione, chiamati al ricalcolo delle pene dei condannati definitivi.

“E’ appena entrata in vigore una nuova legge che stabilisce che lo spaccio di qualsiasi sostanza, sia cannabis o eroina, comporta la reclusione da sei mesi a quattro anni. Quest’intervento – spiega l’ex senatore Carlo Giovanardi – potrà forse avere ripercussioni sul sovraffollamento carcerario, ma non saprei quantificare in che misura”.

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