Tragico parto trigemellare: i funerali di Francesca e Giorgia

di Antonio Taglialatela

Gricignano (Caserta) – I feretri di madre e figlia, l’uno accanto all’altro, circondati da oltre mille persone, in un’atmosfera di dolore lancinante. Le salme di Francesca Oliva, 29 anni, di Gricignano, morta nella notte tra venerdì e sabato scorsi dopo il parto trigemellare nella clinica “Pineta Grande” di Castel Volturno, e della piccola Giorgia, vissuta nel grembo della madre Francesca per sei mesi, insieme agli altri due gemellini (la sorellina Maria, che sta lottando in ospedale per la vita, e il fratellino nato già morto), mercoledì mattina sono giunte nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo. – continua sotto – 

Al termine del rito funebre, un lungo applauso ha salutato l’uscita delle bare. C’erano tutti: familiari, amici, conoscenti e tantissimi cittadini, insieme ai rappresentanti delle amministrazioni comunali di Gricignano e Carinaro. Una donna, mentre le bare venivano condotte verso il carro funebre e dei palloncini bianchi silibravano al cielo, mostrava alla folla l’immagine di Francesca, sorridente nel suo abito da sposa. “Grazie a tutti, ora lasciateci al nostro dolore”, ha detto una familiare, salutando i presenti davanti alla chiesa.

Intanto, dopo l’autopsia effettuata ieri sulla salma della giovane e sul corpicino dell’altra gemellina deceduta, i cui risultati sono attesi entro 60 giorni, si apre il caso giudiziario. E non mancano le polemiche. Francesca era al sesto mese di gravidanza ed è morta dopo essere stata sottoposta ad un parto cesareo nella clinica del litorale domizio. Uno dei tre gemellini, il maschietto, è nato già morto; il secondo, Maria, è deceduto dopo ventiquattr’ore.

Ed è proprio sulle condizioni dei gemelli prima del parto che si concentrano le indagini, coordinate dal pubblico ministero di Santa Maria Capua Vetere, Silvio Marco Guarriello, e condotte dai carabinieri. Al momento non ci sono medici indagati. “L’unico elemento che abbiamo – spiega il legale della famiglia, l’avvocato Raffaele Costanzo di Aversa – è che il bambino nato già morto in realtà non era deceduto da poco tempo, bensì da almeno 10giorni. Questo ha del clamoroso. Perché nessuno, durante i ricoveri in varie strutture, lo ha mai detto? Non hanno voluto dirlo oppure non se ne sono accorti?”. – continua sotto – 

Già prima del parto ci sarebbero stati segnali evidenti che qualcosa non andava. La ragazza aveva dolori all’addome, febbre alta e perdite ematiche. “Eppure – spiega l’avvocato Costanzo – si continuava a dire che i bambini stavano bene”. Ma non è tutto. Francesca, racconta l’avvocato, sarebbe stata dimessa da varie strutture ospedaliere nonostante sintomi chiari ed evidenti. “Non è stata trattata con terapie opportune”, sostiene il legale aversano che, tra l’altro, si chiede “come mai, dopo il cesareo, nonostante i medici avessero constatato lo stato di macerazione avanzata del feto, è stata portata la ragazza in reparto?”.

Durante l’autopsia, effettuata all’istituto di medicina legale dell’ospedale di Caserta, oltre al pm Guarriello, erano presenti i consulenti nominati dalla Procura: il ginecologo Romano e il medico legale Barbato. Mentre per la difesa, insieme a Costanzo, c’erano i consulenti di parte: Mariano Buniello, medico legale, e Giovanni Adinolfi, ginecologo. Dai risultati delle analisi sui corpi di Francesca e Giorgia si farà luce su eventuali responsabilità delle strutture sanitarie e dei medici che hanno avuto in cura la ragazza. IN ALTO IL VIDEO DEI FUNERALI

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