Rapimento studentesse nigeriane: first lady indignata

di Stefania Arpaia

 Washington. Ancora nessuna notizia delle ragazze nigeriane rapite a Chibok dal gruppo islamico Boko Haram lo scorso 14 aprile.

“Sapevano dell’attacco e non hanno fatto nulla” è questa la denuncia fatta dall’Amnesty International. Tutto il mondo si è mobilitato dopo il rapimento delle studentesse dell’istituto secondario femminile della città nigeriana.

Dopo la minaccia del leader del gruppo terroristico, Abibakar Shekau, di vendere le giovani al mercato, anche gli Usa hanno deciso di intervenire con un team di esperti inviato in Africa per aiutare le autorità locali per ritrovare le studentesse rapite.

Sabato mattina anche la First lady ha mostrato tutta la sua solidarietà nei confronti delle giovani. È stata infatti Michelle Obama, in occasione della “festa della mamma”, a pronunciare per la prima volta il discorso settimanale tenuto solitamente dal presidente, dichiarando: “Come milioni di persone nel mondo, mio marito ed io siamo indignati e affranti per il rapimento di oltre 200 ragazze nigeriane nella loro scuola. Voglio che sappiate che Barack ha dato disposizioni al nostro governo affinché faccia tutto il possibile per sostenere gli sforzi del governo nigeriano per trovare queste ragazze e riportarle a casa”.

“In queste ragazze – ha aggiunto- Barack e io vediamo le nostre figlie. Vediamo le loro speranze, i loro sogni, e possiamo solo immaginare l’angoscia che i loro genitori stanno provando ora”.


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