Recale, Europe: M5S chiede scrutatori a reddito zero

di Redazione

 Recale. Anche a Recale il MoVimento 5 Stelle chiede scrutatori a reddito zero. In una nota inviata al sindaco Patrizia Vestini, i grillino sollecitano il Comune ad adottare come requisito preferenziale per la nomina degli scrutatori la condizione di disoccupazione, relativa anche al numero dei componenti del nucleo familiare, …

… oltre a quelli previsti dalla legislazione vigente. “Considerato che l’attuale crisi economica e occupazionale ha investito in modo drammatico anche il territorio e i cittadini recalesi – esordiscono gli attivisti – , ci auguriamo che le istituzioni locali rivolgano nei confronti delle categorie più disagiate tutte le attenzioni possibili atte a scongiurare, ove possibile, e alleviare le notevoli sofferenze di natura economica e sociale vissute in modo quotidiano dai cittadini meno abbienti facenti parte della nostra comunità. In tal senso, in occasione delle elezioni europee del 25 maggio 2014, a fronte dell’ampia discrezionalità nella formazione delle graduatorie offerta dalla legge, chiediamo che il Comune di Recale adotti come requisito preferenziale per la nomina degli scrutatori la condizione di disoccupazione, relativa anche al numero dei componenti del nucleo familiare, oltre a quelli previsti dalla legislazione vigente”.

“E invitiamo – proseguono – gli uffici preposti a emanare un pubblico avviso con il quale si invitano gli iscritti all’albo degli scrutatori a produrre autocertificazione relativa al proprio stato di disoccupazione e di reddito zero. Naturalmente, sollecitiamo le istituzioni a effettuare i controlli necessari sullo stato di disoccupazione incrociando i dati ricevuti con quelli del Centro per l’impiego, il tutto previo deposito del modello Isee da parte degli interessati”.

“Se il numero degli scrutatori dichiaratosi disoccupato sarà superiore a quello necessario per i seggi elettorali, l’amministrazione potrebbe procedere assegnando le nomine nell’ordine ai soggetti aventi a carico il nucleo familiare più numeroso e che versano – concludono gli attivisti – nello stato di disoccupazione e di indigenza da maggior tempo”.

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