Roger Daltrey: “Voglio Rolling Stones e Led Zeppelin insieme sul palco”

di Clarissa D’Avena

Roger DaltreyRoger Daltrey mira davvero in alto e spera di poter avere sul palco dei suoi spettacoli di beneficenza “Teenage Cancer Trust” due delle band che hanno fatto la storia della musica rock: Rolling Stones e Led Zeppelin.

Anche quest’anno il cantante degli Who sta organizzando una serie di concerti alla Royal Albert Hall di Londra per raccogliere denaro in favore dei bambini malati di cancro e come sempre sta provando a portare sul palco il meglio della musica rock.

Per rendere l’appuntamento del 2014 un vero e proprio evento spera che i due gruppi leggendari possano essere nelle lineup dei prossimi show. Sebbene la cosa sembra di difficile realizzazione, Daltrey non vuole mollare la presa: “Ho cercato di avere gli Stones per anni. Non mi hanno mai detto di no, ma non siamo mai riusciti ad organizzare. Quest’anno ho chiesto di nuovo la loro presenza, ma sono in tour in Australia. Immaginate i Rolling Stones alla Royal Albert Hall, dove hanno suonato nel 1963. Una grande blues band britannica in grado di farti scatenare. E di sicuro mi piacerebbe avere anche i Led Zeppelin con Jason Bonham (figlio di John, il batterista originale dei Zeppelin, ndr) alla batteria. Per il futuro invece penso ai Pink Floyd ed anche agli U2”.

Progetti in grande per il cantante che vuole fare dell’annuale serata di beneficenza un evento rock mondiale. Daltrey sta anche continuando la sua carriera e recentemente ha lavorato ad un album insieme a Wilko Johnson. Il cantante degli Who ha raccontato di aver provato un certo timore la prima volta che è entrato con Johnson nello studio di registrazione: “Ci siamo incontrati per la prima volta tre anni fa ed abbiamo parlato di Johnny Kid & The Pirates. Avremmo voluto fare qualcosa insieme, ma poi io sono partito in tour con gli Who. Ma quando ho letto della sua situazione di salute, gli ho mandato un messaggio per dirgli che non avremmo più potuto rimandare. Il primo giorno ero nervosissimo, non sapevo bene come comportarmi, ed è stato un lavoro duro riuscire a fare quello che dovevo”.

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