Istat: 30% italiani a rischio poverta’ nel 2012

di Redazione

 Roma.Il 29,9% delle persone residenti in Italia nel 2012è stato a rischio di povertà o “esclusione sociale” secondo la definizione adottata nell’ambito della strategia Europa 2020.

A rivelarlo l’Istat nel reporto su reddito e condizioni di vita 2012. Si tratta di un indicatore che deriva dalla combinazione del rischio di povertà (calcolato sui redditi 2011), della severa deprivazione materiale e della bassa intensità di lavoro. I dati si basano sulla quota di popolazione che vive almeno una di queste condizioni. In particolare l’Istat registra una diffusione della “severa deprivazione” superiore alla media europea (9,9%). Aumentano gli individui che non si possono permettere una settimana di ferie (dal 46,7% al 50,8%), di riscaldare adeguatamente casa (dal 18,0% al 21,2%), sostenere spese impreviste di 800 euro (dal 38,6% al 42,5%) o un pasto proteico adeguato ogni due giorni (dal 12,4% al 16,8%).

Nel 2011 la metà delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito netto non superiore a 24.634 euro l’anno (circa 2.053 al mese). Nel Sud e nelle Isole il 50% delle famiglie percepisce meno di 20.129 euro (circa 1.677 euro mensili). Il reddito mediano delle famiglie, che vivono nel Mezzogiorno é pari al 73% di quello delle famiglie residenti al Nord; per il Centro il valore sale al 96%. Il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia percepisce il 37,5% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta l’8%. In base all’indice di Gini la diseguaglianza é rimasta stabile e anche la quota di reddito posseduta dal 20% più ricco e più povero della popolazione.

Il rischio di povertà o esclusione sociale è più alto per le famiglie numerose (39,5%) o monoreddito (48,3%). Aumenti significativi, tra il 2011 e il 2012, si registrano tra gli anziani soli (dal 34,8% al 38,0%), i monogenitori (dal 39,4% al 41,7%), le famiglie con tre o piu’ figli (dal 39,8% al 48,3%), se in famiglia vi sono almeno tre minori.

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