Assistenza sociale, successo del progetto “Iride”

di Redazione

 Aversa. Si è da poco concluso il “Progetto Iride”, finanziato dalla regione Campaniaper l’anno 2013 e svoltosi presso il centro diurno Iride, situato ad Aversa, in viadell’Archeologia 54, nel Parco dei Fiori.

Il “Progetto Iride” ha previsto unaserie di specifiche azioni volte a sostenere le famiglie che vivono situazioni di difficoltà, legate alla presenza di persone colpite da malattie invalidantie disagi di natura psichica (si pensi alla sindrome di Down piuttosto che ildisturbo autistico): grazie alla presenza di una equipe multidisciplinare composta da psicologi-psicoterapeuti, assistenti sociali e operatori socio-assistenziali è stato possibile fornire, a ben 27 nuclei familiari appartenentiall’agro aversano, diverse e variegate forme di sostegno psicologico, sociale ed assistenziale.

La costituzione di gruppi di auto-aiuto piuttosto che ilsupporto psicologico-educativo individualizzato fornito ai familiari caregiversha favorito negli stessi un notevole alleggerimento del gravoso caricoassistenziale, contrastando attivamente il peso dell’isolamento sociale e lafatica legata all’accudimento, ottenendo una riscoperta delle risorse sopite e,quindi, un miglioramento della loro qualità di vita. Dall’altro lato, è statopossibile effettuare un lavoro legato all’empowerment dei caregivers, aumentando le loro competenze rispetto alle attività di cura e di gestione diun figlio disabile e permettendo, altresì, di conciliare nel migliore dei modiil caregiving con l’attività lavorativa.

Il lavoro parallelo svolto con gliutenti disabili ha permesso loro di sentirsi accolti in un nuovo spazio diascolto all’interno del quale non sentirsi giudicati o quantomeno etichettati come “diversi”: un lavoro individualizzato sulle sviluppo delle autonomiepersonali, relazionali e sociali che è proceduto di pari passo con gliinterventi forniti ai nuclei familiari di appartenenza.

Dai risultati finalidel progetto è emerso che il percorso psicologico di sostegno ha favorito unaelaborazione della rabbia nei confronti delle istituzioni, da cui gli utentistessi spesso si sentono abbandonati, permettendo così di usufruire dei servizipresenti sul territorio.

La qualità di vita dei caregivers appare miglioratanella misura in cui gli stessi, usufruendo dello spazio psicologico loroofferto, hanno avuto l’opportunità di riflettere sulle modalità relazionalidisfunzionali adottate nei confronti della persona disabile: la fiducia e lariflessione guidata dagli esperti ha permesso, seppur con qualche difficoltàlegata alla limitatezza temporale dell’intervento offerto, di porre deicorrettivi e di utilizzare delle nuove strategie, tanto psicologiche quantoeducative, che hanno portato ad un alleggerimento del vissuto emotivo degliutenti.

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