Concordia, testimone in lacrime: “Dovetti dire di tornare nelle cabine”

di Mena Grimaldi
 GROSSETO. La
peruviana Jacqueline Elisabeth Abad
Quine
, assistente del direttore di crociera della Costa Concordia, ha
ricostruito il naufragio al Giglio in lacrime in aula lunedì mattina a Grosseto
dove si tiene il processo.

Le fu ordinato di dire ai passeggeri che “era tutto
sotto controllo, che c’era un black out e che dovevano tornare nelle cabine ma le
persone erano agitate e volevano salire sulle scialuppe”, ha raccontato. “Il
mio compito era calmare i passeggeri e di avviarli all’imbarco”, spiega la
teste.

“Chiamavo il mio capo, il direttore di crociera Francesco Raccomandato, che mi rispose: l’equipaggio sta
spaventando i passeggeri. Dì all’equipaggio che si deve tornare nelle cabine”.
Poi “feci il mio primo annuncio ai passeggeri in italiano, inglese e spagnolo”.

La donna, tra l’altro, è quella che si è vista nei vari video girati dai
passeggeri. Il pm Stefano Pizza ha
mostrato un video dove si vide la testimone dire ai passeggeri confluiti nella
muster station: “Abbiamo un problema elettrico, appena sarà risolto, tutto
tornerà a posto. Per questo abbiamo le luci di emergenza è tutto sotto
controllo”.

L’ordine di abbandono della nave, ricorda ancora la teste, “fu
dato dal comandante in seconda Bosio: abbandonare la nave e stare calmi, disse
in italiano e inglese”. “I passeggeri urlavano, volevano imbarcarsi subito”.

La
testimone ricorda anche, nelle fasi dell’abbandono, di una “zattera gonfiabile
che l’equipaggio non apriva perché, mi dicevano, che aspettavano l’ordine del
comando, che telefonavano ma non rispondeva nessuno dal ponte di comando”.

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