“Bevi Napoli e poi muori”, De Magistris chiede 1 miliardo a L’Espresso

di Redazione

 NAPOLI. De Magistris querela l’Espresso, reo, secondo il sindaco di Napoli, di aver diffuso notizie non veritiere in un servizio pubblicato oggi dal settimanale sulla presunta pericolosità dell’acqua bevuta in Campania.

Il primo cittadino spara ad alzo zero: chiederà 1 miliardo di euro alla rivista. La giunta approverà nella giornata odierna una delibera con cui da mandato all’Avvocatura comunale per agire “con la massima forza” per azioni civili e penali nei confronti del settimanale. Ad annunciarlo è lo stesso de Magistris in apertura del suo intervento in Consiglio comunale.

“Dopo i tentativi di impedire l’uscita de l’Espresso, adesso si passa alle azioni legali annunciate anche dal sindaco di Napoli. L’Espresso ribadisce quanto pubblicato, che si basa sui risultati dell’unico studio scientifico condotto sugli effetti dei rifiuti tossici in Campania”. È quanto si legge in una nota del settimanale, che replica al sindaco. “Nel dossier della Us Navy, fondato su ricerche costate 30 milioni di dollari – sottolinea l’Espresso – sono esaminati anche i risultati dei controlli sulla rete idrica dei tecnici dell’Arin, che vengono ritenuti per metodologia e tecniche della campionatura non comparabili agli standard statunitensi. Per questo i test sono stati ripetuti dagli specialisti americani per valutare i livelli di 241 sostanze potenzialmente pericolose per la salute. Mentre, come riportato dal nostro giornale, le sorgenti che riforniscono gli acquedotti campani sono tutte di buona qualità, i risultati sull’acqua dei rubinetti presentano dati allarmanti”.

“Anche nella città di Napoli, stando a questo studio, il 57 per cento dei rubinetti esaminati “pone rischi non accettabili” per la salute”. “Prima di annunciare querele – prosegue il settimanale – sarebbe opportuno accertare se questi rischi individuati nel 2011 sono stati eliminati, partendo proprio dall’analisi di quello che esce dai rubinetti. Per poi estendere i riscontri ai vapori di gas tossici individuati nel terreno e alla situazione dell’aria, dove sono state scoperte sostanze cancerogene bandite da decenni”.

L’ARTICOLO. “Bevi Napoli e poi muori”. È il titolo choc del nuovo numero de L’Espresso dove, ovviamente, si parla dell’emergenza ambientale in corso in Campania, tra Terra dei fuochi e acque contaminate in base ad un rapporto dei militari statunitensi di stanza in Campania. Sulla copertina del settimanale (in edicola domani) c’è anche scritto “Acqua contaminata ovunque… Nessuna zona è sicura”. L’inchiesta è firmata da Claudio Pappaianni e Gianluca Di Feo. In effetti l’allarme risale al 2009. Quattro anni fa fu commissionato lo studio sulle acque presumibilmente contaminate del Casertano.

IL COMUNE: “L’ACQUA E’ BUONA”. Nel polverone, in tarda serata, si fa vivo anche il Comune di Napoli: “L’amministrazione – si legge in una nota – vuole rassicurare le cittadine e i cittadini sulla qualità dell’acqua erogata a Napoli, la quale risulta controllata e potabile. L’Abc (società pubblica che gestisce le risorse idriche in città, ndr) effettua quotidiani e numerosi controlli in diversi punti di prelievo del nostro sistema idrico nelle diverse zone della città (oltre 50 punti). Tali controlli avvengono parallelamente ai controlli effettuati dalla Asl Napoli 1. I prelievi compiuti dall’Asl vengono poi analizzati nei laboratori dell’Arpac che restituisce le informazioni alla Asl per la valutazione della potabilità. Nel contempo Abc effettua le analisi nel proprio laboratorio. I contatti tra Abc e Asl garantiscono quindi le cittadine e i cittadini in merito alla potabilità dell’acqua erogata nella città, rilasciando anche un ‘giudizio di potabilità’. Al fine di effettuare un adeguato controllo sulla qualità dell’acqua distribuita, le analisi effettuate nei laboratori dell’Abc sono numericamente 5 volte più frequenti rispetto al minimo stabilito dalla legge (D. Lgs 31/01). I dati delle analisi sono pubblici e consultabili sul sito (www.abc.napoli.it) dove è possibile verificare per la città di Napoli, zona per zona, i parametri delle acque che l’Abc distribuisce”.

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