Berlusconi rifonda Forza Italia: “Non mi alleo con chi mi uccide”

di Redazione

 ROMA. “Siamo qui per la dipartita del Pdl, un nome che potrà essere usato per la coalizione di centrodestra. Si ritorna a Forza Italia”.

Così Silvio Berlusconi ha iniziato il suo intervento al Consiglio Nazionale del Pdl (foto) dopo la rottura delle ore scorse con l’ala “lealista” del partito. Una scissione che, per il Cavaliere, “va contro la visione di unire tutti i moderati che se stessero insieme sarebbero la maggioranza degli elettori”.

Una divisione che, confessa, lo addolora. “Potete immaginare, visto che la missione dal ’94 ad oggi era quella di unire, il dolore con cui ho appreso la comunicazione e questa notte non ho dormito”. Ma Berlusconi non chiude con il nuovo Centrodestra. “Non dobbiamo scavare un solco che poi sarà difficile da rimuovere. Questo gruppo, anche se adesso apparirà come un sostegno alla sinistra, al Pd, dovrà poi necessariamente far parte della coalizione dei moderati, dobbiamo comportarci con loro come con Lega e Fdi”. E si raccomanda “di non fare alcuna dichiarazione” contro il Nuovo centrodestra. Ai moderati, infine, fa un appello affinché facciano convergere il loro voto sulla neonata Forza Italia.

Nel suo lungo intervento, durato circa un’ora e mezza, Berlusconi ha attaccato: “E’ molto difficile essere alleati in Parlamento e sedere allo stesso tavolo in Cdm con chi vuole uccidere politicamente il leader di un partito”. Una dichiarazione che sembra preannunciare che probabilmente il suo nuovo movimento di Forza Italia, dopo il voto sulla decadenza, toglierà l’appoggio al governo Letta. Ma osserva: “Dopo la decisione di 23 nostri senatori il 2 ottobre non eravamo e non siamo più in grado di far cadere il governo. Anche perché sono venuti fuori 20 nomi di componenti del M5S che hanno garantito il sostegno al governo. Noi al massimo ci saremmo messi fuori”.

Il malore di Berlusconi – VIDEO

Parlando poi delle politiche europee e della necessità di cambiare i poteri della Bce, Berlusconi attacca la politica economica del governo. “Non vedo dei ministri che trattino queste pratiche con coraggio e statura necessaria per farsi ascoltare in Europa, questa è la situazione”. E sui suoi rapporti con i leader europei. “Alla Merkel e Sarkozy dava fastidio questo signore che era seduto al tavolo dei capi di stato e governo e aveva l’esperienza e la voglia di dire no a molte delle loro proposte che apparivano a me insensate”.

Berlusconi ha attaccato anche il Pd e la giustizia. “Una situazione in cui c’è una magistratura che vuole portare al governo questa sinistra, ci impensierisce enormemente: nessuno è più sicuro dei suoi beni, dei suoi diritti, della sua libertà, che è una libertà dimezzata, a rischio”. E al Pd: “Ha voluto che il voto della Giunta per le elezioni e dell’Aula si compisse in pochissimi giorni. Perché questa fretta? Non l’abbiamo nemmeno capito, a meno che non vogliano portare l’8 dicembre la testa del leader del centrodestra su un piatto d’argento”.

Al termine dell’intervento di Berlusconi, che si è chiuso con Berlusconi visibilmente emozionato e stanco, il presidente dei deputati Pdl Renato Brunetta, come membro del comitato di presidenza del Cn, ha letto il documento approvato dall’ufficio di presidenza del Pdl il 25 ottobre scorso, in cui si dichiaira inaccettabile la richiesta di estromissione di Silvio Berlusconi dal Parlamento, si dichiara chiusa l’attività del Pdl per convergere su Fi, e affida a Berlusconi mandato politico e giuridico e gli conferisce la responsabilità della guida del movimento secondo lo statuto di Fi. Un documento che viene approvato all’unanimità dai presenti.

La scissione è arrivata dopo una lunga giornata di trattative, e a poche ore dall’inizio del Consiglio nazionale del Pdl che sancisce la rinascita di Forza Italia (la fotostoria) e che dunque non vede presenti gli alfaniani. Secondo Roberto Formigoni, i numeri del “Nuovo centrodestra” sarebbero 33 senatori e 27 deputati. E mentre il capogruppo del partito al Senato Renato Schifani si dimette, i “falchi” del Popolo della libertà con l’ex ministro Fitto parlano di “atto gravissimo” e con Michaela Biancofiore rincarano: “Alfano è come Schettino, abbandona la nave nel momento di difficoltà”.

“Mi trovo qui per compiere una scelta che non avrei mai pensato di compiere. Non aderire a Forza Italia – ha detto invece Alfano – Questa mia scelta nasce dal fatto che queste settimane mi hanno dato la riprova di quanto abbiano prevalso le forze più estreme all’interno del nostro movimento politico”. E al Consiglio è presente anche uno dei fondatori di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, secondo cui la scissione indebolisce Berlusconi.

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