Bollettino comunale con pubblicità “razzista”

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Sul bollettino multimediale che il comune di Aversa si appresta a varare si potrà fare pubblicità “razzista”, mentre non potranno farla bar, ristoranti e altri locali di somministrazione.

Lo apprendiamo dall’avviso pubblicato sull’albo pretorio presente sul sito del comune normanno. Nel punto in cui l’amministrazione si riserva il diritto di verificare la pubblicità per ammetterla o meno, si legge, infatti, testualmente: “Sono in ogni caso escluse le richieste riguardanti: propaganda di natura politica, sindacale, filosofica o religiosa; pubblicità diretta o collegata alla produzione o distribuzione di tabacco, prodotti alcoolici, ecc.(ossia no ai bar, ai ristoranti, ai pub e alle pizzerie che, per loro natura, oltre agli alimenti, distribuiscono anche alcool, e nemmeno alle case vinicole che producono il nostro rinomato asprinio, ndr); messaggi offensivi, incluse le espressioni di fanatismo. razzismo, odio o minaccia; messaggi e/o immagini di nudo o che possano essere ricondotte ad atteggiamenti erotici; messaggi e/o immagini di esplicito o implicito richiamo sessuale;messaggi e/o immagini xenofobi e/o antirazzisti”.

Sicuramente una svista, ma che, di fatto, a nostro parere, rende nullo l’avviso per un cumulo di ragioni. Ma, al di là di questo aspetto che è di puro gossip, questo avviso pubblicato il 18 novembre, con termine sino a lunedì 2 dicembre per presentare offerte, continua a presentare perplessità senza fine a cominciare dalla espressa previsione nello Statuto Comunale di un bollettino con regole ben precise. Inoltre, il comune ha già un efficiente ufficio stampa con una collega professionalmente ineccepibile.

Come si sposeranno queste due cose? Il comune, leggendo l’avviso in questione si ha questa impressione, si trasforma in agenzia pubblicitaria? Ma quello che più lascia perplessi è la previsione dei “Requisiti minimi organizzativi:almeno una unità iscritta all’Albo dei giornalisti professionisti (e non si capisce il perchè, visto che la legge consente anche ai giornalisti pubblicisti di poter dirigere una testata giornalistica e che l’albo, comunque, è unico, sebbene ci siano due elenchi ulteriori, ndr); aver prodotto bollettini di informazione in almeno10 (dieci) Enti Locali”.

Da notizie apprese sarebbero non più di un paio gli editori che hanno edito bollettini per almeno 10 comuni in Italia. Allora, a questo punto, sebbene non suffragato da nulla, sono stati in molti a sospettare che si possa essere di fronte ad una sorta di “vestito cucito su misura” per la stessa casa editrice che ha editato il periodico di Noi Aversani, “L’Aversano”. Noi non vogliamo crederci, ma, in vista della scadenza del bando, vogliamo tanto divertirci a fare gli indovini.

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