CERNOBBIO. Il ricorso alla Corte europea dimostra che il caso Berlusconi non è chiuso. Ci sarà un giudice anche lì e siamo fiduciosi.
Così il ministro dellInterno, Angelino Alfano, a margine del forum Ambrosetti, interviene sul ricorso presentato alla Corte europea dei diritti delluomo di Strasburgo dai legali di Silvio Berlusconi. Confidiamo che si possa raggiungere in sede europea la dichiarazione di innocenza che non si è ottenuta in Italia.
E, alla vigilia della riunione della Giunta che dovrà votare la decadenza del leader del Pdl, ha aggiunto: Berlusconi ha tutto il diritto di difendersi dentro lordinamento giuridico e nel rispetto delle regole della giunta per le elezioni, ad iniziare da domani. Avremo modo di ascoltare le parole del relatore e dunque di chi ha il compito di istruire la pratica e la vicenda, portando in giunta lopinione iniziale.
Della legge Severino si occuperà la giunta che deve intervenire e decidere. Poi, sulle eventuali ripercussioni sul governo: Abbiamo voluto fortemente la nascita di questo governo, che è stato voluto più da Berlusconi che dagli esponenti del Pd. Speriamo davvero che il Pd si mostri interessato alle ragioni dello stato di diritto e alle ragioni del senatore e cittadino Berlusconi che ha diritto di difendersi.
La politica ha prevalso sul diritto e uneventuale decadenza di Berlusconi, oltre a danneggiare lintero elettorato moderato, poggerebbe su una legge che viola la Convenzione Europea dei diritti delluomo. Berlusconi ha presentato ieri il ricorso alla Corte europea dei diritti delluomo di Strasburgo a poche ore dallinizio dei lavori della Giunta delle elezioni del Senato il Cavaliere.
Un ricorso di 33 pagine, notificato alla Giunta, in cui il Cavaliere mette nero su bianco le sue ragioni. Ragioni che, ora più che mai, il Pdl chiede che il Pd ascolti con attenzione legando uneventuale chiusura dei democratici alle sorti del Governo e trovando, tuttavia, ancora una volta lintransigenza del segretario Guglielmo Epifani, fermo sul principio secondo il quale tutti sono uguali davanti alla legge.
Mentre il premier Enrico Letta, da Cernobbio, ribadisce la sua fiducia e determinazione ad andare avanti, gli occhi a Roma sono ormai tutti puntati al complesso di S.Ivo alla Sapienza, dove lunedì 9 settembre alle 15.30 i 23 membri della Giunta si riuniranno e ascolteranno la relazione del senatore Andrea Augello. Ora però la Giunta dispone di un nuovo elemento su cui riflettere, il ricorso del Cavaliere alla Corte Europea dei diritti dellUomo. Un documento, di 33 cartelle, di cui alcuni stralci sono riportati oggi da diversi quotidiani come il Corriere della Sera, nel quale lex premier illustra le ragioni della sua difesa puntando il dito su quella legge Severino che, se applicata retroattivamente, viola larticolo 7 della Cedu (nulla poena sine lege) in quanto frutto di una condanna per fatti commessi anteriormente alla sua entrata in vigore.
E, a sostegno della sua tesi, il Cavaliere sottolinea come incandidabilità e decadenza parlamentare siano sanzioni di natura penale, alla luce dei cosiddetti criteri Engel utilizzati dalla Corte Europea. E, come sanzioni penali, devono rispettare il divieto di retroattività. Larticolo 3 del Protocollo numero 1 e larticolo 13 della Cedu sono gli altri due pilastri del ricorso del Cavaliere, che tiene comunque in vita le altre ipotesi giudiziarie per sfuggire alla decadenza: la richiesta di ricorso alla Corte Costituzionale sempre sulla retroattività della Severino, lincidente di esecuzione della pena che i legali di Berlusconi potrebbe portare davanti al giudice di esecuzione della pena e la richiesta di revisione del processo. Giunta sulla quale la mossa di Berlusconi non potrà non avere effetti.
E un ricorso importante che pone ulteriori elementi di approfondimenti, spiega uno dei membri, il senatore Psi Enrico Buemi. Mentre il presidente Dario Stefano sottolinea come, seppur denso di contenuti, il ricorso non incida sulle procedure, essendo un evento esogeno ai lavori della Giunta. La bussola resta la relazione di Augello, precisa Stefano guardando al documento lungo una trentina di cartelle che il senatore Pdl presenterà lunedì pomeriggio e che conterrà probabilmente diverse questioni pregiudiziali.
Il mio compito è quello di affrontare nella relazione lintero apparato di argomenti portato dalla difesa, chiedendo di approfondire quelli che ritengo fondati ed escludendo quelli che reputo infondati. Quello che non può succedere è che si avvii la discussione di merito in giunta senza aver fatto questo lavoro in maniera approfondita afferma lo stesso Augello in unintervista al Corriere della Sera.
Da lì inizierà il dibattito con 20 minuti di intervento assegnati a ogni senatore più unora per ogni gruppo. Ottocentosessanta minuti di potenziale bagarre durante la quale il Pd, stando alle parole di Anna Finocchiaro ed Epifani, garantirà i tempi della difesa del Cavaliere senza però scostarsi da un rispetto della legge che nessuno può valicare.
Ma il Pdl fa quadrato attorno al suo leader, chiede di aspettare la decisione di Strasburgo e rimarca che, con un Pd non disposto a un dibattito responsabile sarebbe la stessa Italia a rimetterci.