SAN CIPRIANO. Il suo soprannome è O Malese, da quello del protagonista della serie televisiva Il clan dei camorristi, ispirata alle vicende di Francesco Sandokan Schiavone e del clan dei casalesi.
Antonio Corvino, 33 anni, di San Cipriano, è stato arrestato dalla polizia, a Modena, nel pomeriggio di giovedì. Era ricercato: sottoposto agli arresti domiciliari, si era allontanato dal suo domicilio di San Cipriano dAversa alcune settimane fa, rendendosi irreperibile.
Loperazione è stata compiuta dagli agenti delle squadre mobili di Caserta e Modena, coadiuvati dai colleghi del Servizio centrale operativo e della Scientifica. Corvino era stato coinvolto in unindagine coordinata dalla Dda di Bologna che, nellaprile del 2012, aveva portato allarresto di otto persone, tutte di origine campana e da tempo residenti nella provincia di Modena, tra le quali lo stesso Corvino, per estorsione e rapina aggravata dal metodo mafioso.
Secondo le indagini – scaturite dalla denuncia di un imprenditore anchesso di origini campane, attivo nel comparto ceramico di Sassuolo – il gruppo criminale, presentandosi a nome del clan dei casalesi – gruppo Schiavone, recuperava i crediti vantati da alcuni imprenditori, aggiungendo una percentuale come loro compenso, rivolgendosi alle vittime vantando lappartenenza al clan dei Casalesi e affermando di essere gli eredi di Sandokan, ovvero del capoclan Francesco Schiavone. Le indagini avevano individuato come vittime cinque imprenditori locali del settore edile, alcuni dei quali sarebbero stati anche malmenati e minacciati con una pistola.
La squadra mobile di Caserta, diretta dal vicequestore Alessandro Tocco, dopo aver accertato lirreperibilità di Corvino, dintesa con la Procura Antimafia di Napoli, aveva immediatamente avviato le ricerche del giovane, estese anche nel modenese, dove evidentemente poteva contare ancora di diffuse complicità ed amicizia, e dove si ritiene avesse intenzione di ricostituire un proprio gruppo criminale.
Lo sforzo investigativo si rivelava fruttuoso nel pomeriggio di giovedì, quando, a seguito del discreto pedinamento di alcuni presunti fiancheggiatori, i poliziotti individuavano un appartamento di Modena nel quale poi facevano irruzione. Luomo era in compagnia di due donne, originarie del casertano, denunciate a piede libero per favoreggiamento personale.
Proseguono, intanto, le indagini congiunte delle squadre mobili di Caserta e Modena al fine di verificare se, come ipotizzato, Corvino si stesse adoperando per riorganizzare il gruppo criminale disarticolato lo scorso anno dalle indagini dellAntimafia di Bologna.