Atalanta, è morto l’ex presidente Ivan Ruggeri

di Redazione

Ivan Ruggeri”L’Atalanta Bergamasca Calcioèin lutto, è scomparso IvanRuggeri, presidente della società nerazzurra dal 1994 al 2008”.

Con queste parole, stamani, il sito dell’Atalanta ha annunciato la morte dell’ex storico presidente nerazzurro. ”Il presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia atalantina partecipano con commozione al dolore della famigliaRuggeri”.

68 anni, Ruggeri era in stato vegetativo dal 16 gennaio 2008 quando, durante una risonanza magnetica, venne colpito da emorragia cerebrale. Si e’ spento nelle prime ore della mattinata dopo una lunghissima agonia iniziata il 16 gennaio del 2008, quando fu colpito da emorragia cerebrale mentre si recava al centro sportivo dell’Atalanta a Zingonia. Non si era piu’ ripreso, rimanendo in stato vegetativo.Lascia la moglie Daniela e i figli Francesca e Alessandro, che gli erano subentrati nella gestione del club prima di passare la mano ai Percassi.

Ruggerie’ stato presidente dal 1994 al 2008, ma in societa’ era entrato fin dal 1977 con la carica di consigliere di amministrazione. Sotto la sua guida l’Atalanta ha ottenuto quattro promozioni in serie A, ottenendo diverse soddisfazioni e lanciando moltissimi giovani nel calcio che conta.

Di carattere schietto, aveva un rapporto contrastato con la tifoseria, con cui si era scontrato piu’ volte. Dopo gli incidenti di Atalanta-Milan dell’11 novembre 2007, scoppiati dopo la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, decise di chiudere la curva nord e obbligo’ anche la squadra a prendere le distanze dagli ultras violenti. Una fermezza che era stata apprezzata dalla citta’. Gli ultras avevano poi comunque manifestato solidarieta’ verso il suo dramma, riconoscendogli impegno e attaccamento al club.

Industriale nel settore della plastica, era stato in gioventu’ un ciclista dilettante. Una passione condivisa con il basket: era stato vicepresidente della Binova, unica squadra di Bergamo mai salita in A1.Ruggeriera molto conosciuto e stimato anche in Lega Calcio, dove aveva combattuto importanti battaglie sul fronte della tutela dei vivai e dei diritti televisivi. Era stato lui a chiamare a Bergamo per la prima volta Stefano Colantuono, attuale allenatore dei bergamaschi.

”Era un uomo in apparenza burbero, ma dietro la facciata c’era una persona semplice e sensibile, affezionata ai suoi giovani”. Mino Favini, responsabile del vivaio atalantino, ricorda cosi’ Ivan Ruggeri, l’ex presidente dell’Atalantascomparso oggi dopo un’agonia di 5 lunghi anni. Un ritratto fedele e affettuoso, che inquadra bene un personaggio sempre autentico, che per 14 anni (presidente dal 1994 al 2008) ha pensato solo al bene dell’Atalanta. Ruggeri non aveva buoni rapporti con gli ultras, che lo contestavano ad ogni passo falso della squadra: loro non gliele mandavano a dire e lui a volte li affrontava anche a muso duro. Nel novembre 2007, dopo i gravi incidenti diAtalanta-Milan, tuono’: ”Certa gente non la voglio piu’ vedere, chiudo la curva”. La giustizia sportiva lo anticipo’, squalificando il settore caldo del tifo atalantino. Nel momento del suo dramma, pero’, anche gli ultras piu’ incalliti avevano manifestato affetto e stima per il presidente.

Ruggeri ha saputo regalare momenti di gloria durante la sua gestione, trascorsa quasi interamente in serie A. Disponibile con tutti, anche con chi conosceva meno, aveva un rapporto molto franco con la stampa. Si arrabbiava per le critiche, ma era sempre pronto a rivelare la notizia, specie durante le trattative di mercato. Quando metteva a segno uno dei suoi colpi non riusciva a nascondere la sua soddisfazione, tradendo un entusiasmo genuino e un attaccamento viscerale al club in cui era entrato poco piu’ che trentenne nel 1977, nel ruolo di consigliere. Fu lui a lanciare Inzaghi e Vieri in serie A, memorabile anche il prestito di Lentini ottenuto dal Milan.

Dopo aver rilevato l’Atalantanel 1994 dall’attuale presidente Percassi, l’aveva subito riportata in serie A con l’aiuto di Mondonico, con il quale c’era profonda intesa. In seguito ebbe l’intuizione di puntare su Giovanni Vavassori, promuovendolo dalla Primavera insieme ai suoi ragazzi. La scelta regalo’ un’immediata promozione e, nel 2000-2001, un torneo di serie A vissuto da protagonisti grazie a un gioco spumeggiante. Quella stagione, conclusa al settimo posto dopo un avvio trionfale, rivelo’ le doti dei gemelli Zenoni, di Donati, Doni e dell’attuale capitano Bellini.

Anche Stefano Colantuono arrivo’ a Bergamo per sua volonta’: l’attuale tecnico centro’ il record nerazzurro di punti (50) in serie A nel 2006-07. Oggi lo ha ricordato cosi’: ”Ero molto legato a lui. Aveva un carattere forte, era soprattutto un uomo leale e molto buono. Me lo ricordo quando veniva qui al campo con il suo nipotino. Gli saro’ sempre grato per avermi portato a Bergamo”.

I funerali si terrannolunedi’ a Telgate, suo paese d’origine.

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