Movida in Via Seggio: il comitato scrive a Laura Boldrini

di Antonio Arduino

Laura BoldriniAVERSA. Non ce la fanno più a sopportare che l’amministrazione municipale ignori la loro richiesta di ordinaria vivibilità così, i componenti del Comitato spontaneo di via Seggio, scrivono al presidente della camera Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, per chiedere “asilo politico”.

“Riconoscendola come l’amica dell’umanità fantasma, di coloro cui vengono negati i diritti e le libertà fondamentali il Comitato – scrivono – si permette di elevare a lei presidente un disperato grido di aiuto. Siamo cittadini italiani e, in sede decentrata, cittadini aversani ed in quanto tali siamo privati della stessa legittimazione che spetta per diritto naturale e positivo di tutti i cittadini italiani. Le chiediamo ‘asilo politico’” perché ci sentiamo, nella nostra città, come “rifugiati politici” che sfuggono da una realtà di delegittimazione assoluta, Per l’amministrazione comunale non abbiamo uno status di cittadinanza, non siamo nessuno”.

“Faccia riacquistare ai 200 cittadini italiani, rappresentati dal comitato per la vivibilità – continua la nota – fiducia soprattutto nei confronti di un’amministrazione comunale a cui sentiamo comunque di appartenere in senso centrale e sussidiario”.

“Da tempo – ricordano i firmatari – il Comitato per la vivibilità dei residenti del centro storico di Aversa ha denunciato al procuratore della Repubblica del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, al dirigente del commissariato di polizia di Stato di Aversa, al comandante della compagnia carabinieri di Aversa, al comandante dei vigili urbani della città di Aversa, al signor prefetto di Caserta, al sindaco di Aversa, ai coordinatori di tutti i partiti operanti nella città e all’Arpac Caserta lo stato di invivibilità dei residenti a causa dell’eccessiva proliferazione nella zona di locali notturni di somministrazione di cibi e bevande, in virtù di una sfrenata liberalizzazione che tiene conto solo della logica del profitto delle imprese e non anche dei diritti costituzionalmente protetti dei cittadini residenti”.

“Sono stati segnalati, innumerevoli volte all’amministrazione comunale – aggiungono – l’assenza di sicurezza, il degrado ambientale urbano, la violazione del diritto alla salute e al riposo notturno dei residenti del centro storico che è stato trasformato in un ricettacolo di rifiuti di ogni genere”.

“E’ stata denunciata – proseguono – l’impossibilità dei cittadini residenti nella zona di disporre liberamente dell’accesso pedonale, dei passi carrabili, dei portoni e dei cancelli degli edifici del garage ubicati nella zona a causa dell’eccessivo sovraffollamento di avventori che stazionano nelle vie e il fenomeno della sosta selvaggia nelle ore notturne dal giovedì alla domenica, negando ai residenti il sacrosanto diritto al riposo notturno, nonché l’impossibilità dei mezzi di soccorso di accedere alla zona, in caso di urgenze”.

“Il comitato – ricordano – ha inoltre chiesto più volte controlli serali e notturni da parte della polizia municipale e delle interforze operanti sul territorio per il controllo sistematico della sicurezza e dell’ordine pubblico contro schiamazzi notturni, emissioni acustiche non sostenibili di musica ‘live’ e /o di rimbombanti e sofisticati impianti stereofonici. Il comitato attraverso la stampa locale ha più volte richiamato all’attenzione dell’amministrazione comunale la normativa vigente in materia, anche attraverso l’emittente televisiva locale, ricordando che lo stesso decreto Monti del gennaio 2012 nella premessa all’articolo 1 sancisce che la liberalizzazione delle imprese è soggetta a vincoli e limitazioni qualora si ledano il diritto alla salute e alla vivibilità dei cittadini”.

“Il comitato ha persino fatto riferimento – sottolineano – alla circolare numero 3644/C del Mise del 28/10 2011 che prevede limitazioni all’apertura di esercizi effettuate con specifici provvedimenti sindacali per evitare “danno alla sicurezza indispensabile per la protezione della salute umana, dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale”.

“Consideri Signor Presidente – sottolineano – che negli ultimi tre mesi nella movida del centro storico di Aversa sono avvenuti molti arresti di micro e macro criminalità come quello del figlio di Sandokan in uno dei locali , alle sei del mattino. Come risposta dagli organi a cui ci siamo rivolti abbiamo ottenuto il nulla. Intanto l’amministrazione continua a rilasciare licenze per le imprese di somministrazione, senza controlli al punto che il centro storico ormai appare come l’enclave dell’insicurezza, del degrado, dell’invivibilità”.

“I componenti del comitato, da sempre convinti che solo con il confronto democratico si possano ottenere garanzie e legittimazione in uno stato di diritto, la pregano di intervenire – concludono – affinché venga rimosso lo stato di delegittimazione in cui vivono i cittadini residenti del centro storico, contemperando la vivibilità dei cittadini da lei costituzionalmente garantiti e la libertà d’impresa”.

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