Rapina a gioielleria di Vitulazio: nella banda un affiliato ai casalesi

di Redazione

 VITULAZIO. C’è anche un affiliato al clan del casalesi nella banda che nella giornata di venerdì si e’ resa protagonista della rapina nella gioielleria di Vitulazio.

Giuseppe Albiano, 54 anni, di Vitulazio, soprannominato “Peppe ‘o corsaro”, annovera trascorsi da incallito criminale che lo hanno visto responsabile di reati che vanno dalla truffa a quelli di associazione mafiosa quale affiliato al clan dei casalesi (gruppo Cantiello) operante nell’area di Grazzanise. L’uomo è stato in passato anche accusato di associazione a delinquere finalizzata alla detenzione di armi comuni e da guerra, ricettazione e furto aggravato.

Tra i provvedimenti che lo hanno raggiunto nel corso degli anni spicca quello che lo ha visto recluso per 7 anni per i reati di omicidio, violazione della legge sulle armi ed altro in concorso. Albiano deve la sua menomazione ad un attentato subito in occasione di un regolamento di conti tra criminali, allorquando in compagnia di un secondo pregiudicato venne colpito da numerosi proiettili che determinarono la morte dell’amico e la sua gambizzazione.

Come si è visto, il suo stato di disabilità non è mai stato un limite alla propensione a delinquere, anzi in più occasione ha assunto il ruolo di protagonista in vicende a dir poco sconcertanti. La sua passione per i rally e per le macchine veloci lo hanno indotto a farsi adattare autovetture i cui comandi sono stati, per ovvie ragioni traslati al volante permettendogli, così, manovre degne del più evoluto videogame.

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Tra gli arrestati, oltre ad Albano, vi sono: Michele Vasta, 51 anni, di Castel Volturno; Pietro Tarquini, 40 anni, di Castel Volturno; Gaetano Sorano, 25 anni, di Villaricca (Napoli); Gabriela Zih, 46 anni, romena domiciliata a Castel Volturno.

LA RAPINA. Intorno alle 13 di venerdì 22 febbraio, a Vitulazio, veniva compiuta la rapina ai danni della gioielleria Damiani. Tre malfattori, con volto parzialmente travisato e armati di pistola, accompagnati da una donna hanno fato irruzione nell’esercizio e sotto la minaccia delle armi hanno costretto il titolare ad aprire la cassaforte dalla quale hanno asportato la somma in contanti di 10milaeuro circa oltre a vari monili in oro in corso di quantificazione.

Prima di lasciare il negozio i rapinatori hanno colpito alla testa con il calcio della pistola il titolare del negozio. I quattro sono quindi fuggiti a bordo di una Nissan Micra di colore bianco. Alla richiesta di intervento pervenuta sul 112, la centrale operativa del comando provinciale carabinieri di Caserta attuava, nell’immediato il dispositivo antirapina facendo convergere sul posto tutte le autovetture in circuito. L’immediata risposta induceva i rapinatori ad abbandonare il mezzo utilizzato per la fuga.

Solo grazie alla presenza di ulteriori autoradio inviate sul posto ed ai mezzi tecnici in dotazione della centrale operativa veniva dopo poco intercettata un’Audi A3, alla cui guida uno dei militari occorsi riconosceva un noto pluripregiudicato del luogo che trasportava altre persone a bordo. Alla vista del mezzo militare l’Audi intraprendeva una precipitosa fuga innescando così l’inseguimento dei mezzi dell’Arma.

Nel frattempo, la centrale operativa disponeva la cinturazione dell’area permettendo così dopo rocambolesco inseguimento protrattosi anche a piedi sul territorio capuano di bloccare i rapinatori e recuperare la refurtiva. Cinque sono i malfattori finiti in manette, di cui quattro italiani ed una donna straniera.

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