L’influenza accelera: tre virus in circolazione

di Redazione

 ROMA. Tre virus in circolazione e poco più di quattrocentomila persone con l’influenza. Una settimana fa erano duecentomila.

Il raddoppio dimostra la velocità con la quale si sta diffondendo il contagio. Tra gli adulti e i bambini. Questa situazione conferma le ipotesi avanzate, in autunno, dagli infettivologi: alla fine della stagione sia ammaleranno tra i 5 e i 6 milioni di italiani. Si parla, comunque, di “media gravità”. Nonostante l’ombra del virus, probabilmente, mutato che ha messo in ginocchio gli Stati Uniti, l’A/H3N2.

“Anche da noi è in giro questo virus – spiega Aurelio Sessa, medico sentinella per l’influenza della Società italiana di medicina generale – ma non abbiamo nessun segnale che possa preoccupare. Le analisi compiute attraverso i prelievi con il tampone faringeo ci rivelano che solo il 17% dei pazienti sono stati colpiti da questo ceppo. La prevalenza è a letto per un altro virus, già previsto e nel vaccino stagionale, il B. E’ sicuramente da rilevare la rapidità con la quale stanno crescendo i casi in Italia”.

Nel caso in cui i medici sentinella e le statistiche dell’Istituto superiore di sanità rilevassero cambiamenti importanti nella diffusione dell’epidemia scatterebbe lo stato di allerta. Che, al momento, non c’è. Anche perché gli stessi laboratori americani non hanno certezze sull’identikit di questo virus probabilmente mutato in modo aggressivo.

E’ ipotizzabile, comunque, che nei prossimi mesi accada questo, come si legge in uno studio della Società italiana di medicina generale: si ammaleranno di influenza stagionale un adulto su dieci e un bambino su tre. Tra i più piccoli, uno su tre svilupperà un’otite acuta e due su cento dovranno essere ricoverati. E ancora: il dieci per cento delle assenze da ora alla metà di marzo si dovranno proprio all’epidemia stagionale. Da noi la durata media di assenza dal lavoro è di 4,8 giorni. Un po’ meno, dunque, di quanto dura un’influenza che supera i cinque giorni: la febbre, infatti, scende intorno alla quarta giornata.

“Proprio perché i contagi sono così veloci – aggiunge Sessa – è bene sapere che un adulto, dal momento in cui entra in contatto con il virus, resta infettivo per tre o quattro giorni. Mentre i bambini rimangono portatori di infezione anche otto giorni dopo che la febbre e i sintomi sono scomparsi. Sapere questo serve a prendere le precauzioni. A restare a casa appena si presenta il rialzo della temperatura e i sintomi della malattia”.

I medici si dicono, oggi, più preoccupati del numero dei pazienti colpiti che non del profilo dei virus che stanno circolando in questo periodo. Questo perché, oltre al fatto che non ci sono segnali che destino allarme, ci si potrebbe trovare a fronteggiare una situazione di generale emergenza nei reparti e nei pronto soccorso. “E’ necessario mantenere alta la soglia d’attenzione grazie alla rete di sorveglianza – ripete il medico – perché l’Europa potrebbe trovarsi in una situazione di emergenza se il virus A/H3N2, quello prevalente negli Usa, diventasse il più diffuso”.

Il quadro delle infezioni di questo periodo è, comunque, più complesso. Gli italiani potranno essere colpiti da altri innumerevoli virus parainfluenzali o simil-influenzali che provocano problemi respiratori sovrapponibili a quelli dell’influenza. Anche se meno gravi. Febbre superiore ai 38,5 gradi a insorgenza repentina, sintomi respiratori (tosse, naso chiuso, mal di gola), dolori muscolari, mal di testa, stanchezza: se questi tre elementi non si presentano contemporaneamente, dicono gli infettivologi, si tratta di un sindrome respiratoria acuta causata da tutti i virus respiratori e da batteri che nulla hanno a che vedere con l’influenza stagionale.

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