Riforma, i docenti del Liceo Artistico “San Leucio” in stato di agitazione

di Redazione

 CASERTA. Il corpo docente del Liceo Artistico “San Leucio” di Caserta è da venerdì in stato di agitazione.I professori esprimono grande preoccupazione e profondo dissenso nei confrontidelle scelte politiche degli ultimi governi e dell’attuale ministro Profumo …

… che – scrivono in una nota – “rischiano di dare il colpo di grazia alla scuola italiana, già colpita dai numerosi tagli e interventi penalizzanti degli ultimi anni”.

Dopo un’assemblea del personale autoconvocata si è deciso quanto segue: tutte le docenti e i docenti si asterranno, a partire da venerdì,da tutte le attività aggiuntive non obbligatorie (fino a data da destinarsi, cioè fino a quando non ci saranno segnali chiari di cambiamento). Non saranno, quindi, più effettuatepartecipazioni a commissioni, ore aggiuntive di insegnamento non curricolari, ore di supplenza, funzioni strumentali. Sono stati rigettati tutti gli incarichi: collaboratori del preside, responsabili di laboratori, responsabili della sicurezza, rspp, tutor di classe, segretari verbalizzanti, coordinatori di discipline e di dipartimento. Non saranno più effettuateattività quali: visite e viaggi d’istruzione, riunioni non previste nel piano annuale delle attività deliberato dal collegio docenti. Saranno garantite le seguenti attività: consigli di classe; tutte le attività del Piano Annuale deliberato dal Collegio Docenti (40-40 ore); le informazioni alle famiglie (ricevimento individuale/collettivo).

In una lettera indirizzata agli studenti e alle loro famiglie, i docenti scrivono:

“La scuola italiana è già colpita dai numerosi tagli e interventi penalizzanti degli ultimi anni (basta ricordare l’innalzamento del rapporto alunni-insegnanti, l’accorpamento degli Istituti, la riduzione dei posti di dirigente scolastico, dei direttori amministrativi, dell’organico Ata e docente e numerosi interventi nei confronti di alcune categorie, spesso le più deboli, come gli inidonei”.

Idocenti esprimono totale contrarietà: ai tagli da anni fatti alla scuola sia in termini di organici, sia di finanziamenti, sia di strutture; all’indiscriminato aumento dei requisiti per il pensionamento, con la conseguenza che non si sono liberati nuovi posti di lavoro e che, in brevissimo tempo, avremo i lavoratori più anziani d’Europa. Senza contare che l’imporre elevatissimi limiti di età rischia di minare la stessa qualità e sicurezza del servizio;

al blocco dei contratti da diversi anni, solo nel pubblico impiego, così come gli scatti di anzianità. Ciò ha prodotto una notevole perdita del potere d’acquisto e ci sta portando ad avere nella scuola gli stipendi più bassi d’Europa (l’accordo firmato la scorsa settimana tra Ministero dell’Istruzione e alcuni sindacati, non sblocca affatto gli scatti ma ne compensa, data l’esiguità della somma stanziata, solo una piccola parte, per un anno, e per giunta imponendo l’accettazione dell’accordo sulla produttività, firmato a livello nazionale e per tutte le categorie, che impone il legame tra aumenti salariali di qualsiasi tipo e “produttività”;

alle incursioni legislative su temi contrattuali; all’avanzamento dell’iter parlamentare della legge Aprea-Ghizzoni, approvata in Commissione Cultura della Camera, che restringe gli spazi di democrazia, aprendo la strada all’autonomia statutaria di ogni singola scuola, con la conseguente messa in discussione di un sistema nazionale pubblico dell’istruzione e la pericolosa accelerazione sul ruolo dei soggetti privati, che avranno la possibilità di entrare a far parte degli organi collegiali e, in cambio del loro finanziamento esterno, influenzare pesantemente il Piano dell’Offerta Formativa;

al concorso indetto in quanto spesa inutile ed ingiusta rispetto agli insegnanti precari che da anni contribuiscono al funzionamento della scuola.

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