Decreto anti-corruzione: è tensione anche nel governo

di Redazione

CatricalàPatroni Griffi ROMA. La tensione sul decreto anti-corruzione arriva anche nel cuore dell’esecutivo, con un confronto a distanza tra Patroni Griffi e Catricalà.

Con una dichiarazione ‘urgente’, recapitata alle agenzie di stampa il ministro per la Pubblica amministrazione smentisce di fatto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che ha annunciato in un’intervista al Messaggero un emendamento al ddl anticorruzione per istituire un supercommissario scelto dal governo ed eletto a maggioranza qualificata dal Parlamento.

“Il sottosegretario Catricalà – dice Patroni Griffi – pone la questione, reale, del rafforzamento della Commissione incaricata della prevenzione della corruzione. In questo momento però ritengo che la priorità assoluta sia la conclusione dell’iter parlamentare del disegno di legge. Ed è per questo che il governo ha presentato un emendamento soltanto relativo alla repressione della corruzione e quindi alla seconda parte del testo”.

Non si è fatta attendere la replica del sottosegretario, che ha chiarito: se la proposta di istituzione di nuovo supercommissario contro la corruzione dovesse determinare ritardi nell’iter del ddl anticorruzione, allora si può pensare a inserirla anche nella legge di stabilità. ”Lungi da me rallentare l’iter di questo provvedimento. Questa è la mia ultima intenzione”, ha sottolineato Catricalà. ”Se questa proposta dovesse essere causa di ritardi, allora- spiega il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – si può prevedere di inserirla nella legge di Stabilità”.

Catricalà ha precisato che “non c’è nessun contrasto con Patroni Griffi con il quale ho concordato parola per parola l’emendamento e ho concordato la nuova disposizione”.Nell’intervista al Messaggero aveva dichiarato: “Cercheremo in Senato il massimo del consenso e faremo alcune modifiche che riteniamo opportune. Una di queste potrebbe riguardare l’autorità che si occupa dell’anti-corruzione nella Pubblica amministrazione: attualmente è priva di effettivi poteri. Proporremo un vero e proprio commissario per l’anti-corruzione” ha annunciato Catricalà. Non saranno create nuove authority, il commissario sarà scelto direttamente dall’esecutivo e sarà eletto dal Parlamento con la maggioranza qualificata dei due-terzi. L’emendamento spiega Catricalà, è stato già “elaborato e scritto il ministro Patroni Griffi e tra poche ore lo consegneremo al guardasigilli Paola Severino”.

Intanto, slitta alle ore 18 di lunedìil termine per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti presentati al Senato dal ministro della Giustizia Paola Severino al ddl anticorruzione giovedì scorso. Al termine della scadenza delle 12 è arrivato qualche subemendamento. Le modifiche riguardano gli emendamenti della Severino al traffico di influenze illecite, alla corruzione tra privati e al collocamento fuori ruolo dei magistrati.

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