REGGIO CALABRIA. La Guardia di Finanza di Reggio Calabria con un provvedimento emesso dal tribunale, ha confiscato un ingente patrimonio mobiliare e immobiliare al re dei videopoker, limprenditore reggino Giacchino Campolo, ritenuto vicino alle cosche calabresi. ![]()
Le indagini avviate nel 2008 avevano consentito di accertare ascesa dell’imprenditore era stata possibile attraverso rapporti dai reciproci vantaggi con diversi esponenti delle principali cosche di ndrangheta del reggino, tra cui i De Stefano, gli Zincato e gli Audino.
Complessivamente, il patrimonio confiscato ammonta a circa 330 milioni di euro. Si va dal patrimonio aziendale e relativi beni di 4 imprese, di cui 2 operanti nel settore immobiliare, 1 nel commercio di elettrodomestici e del gioco da intrattenimento e una impresa agricola. Poi ci sono 256 immobili (di cui 74 abitazioni, 126 locali commerciali, 56 terreni siti a Reggio Calabria e Provincia, Roma, Milano, Taormina e Parigi).
Poi 3 veicoli commerciali, 6 autovetture di lusso, 5 motocicli, 27 rapporti bancari, postali, assicurativi, azioni, individuati in Italia e in territorio francese, 119 quadri tra i quali molti di rilevantissimo pregio artistico. Campolo, già condannato 1 18 anni di reclusione lo scorso anno dal Tribunale di Reggio, era stato anche accusato di aver sistematicamente alterato gli apparecchi da gioco, dando vita, in tal modo, non solo a una gigantesca frode fiscale ma, soprattutto, alla disponibilità di ingenti somme di denaro in nero che costituivano la liquidità da mettere a disposizione degli esponenti della malavita organizzata.
Tra i beni confiscati, anche numerosi quadri ritenuti autentici dove figurano alcune opere di Salvatore Dalì, Renato Guttuso e Antonio Ligabue.
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