Marò, “giallo” su scatola nera. Terzi: “Violato diritto internazionale”

di Antonio Taglialatela

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone KOCHI. Mentre i due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, restando detenuti in stato di fermo a Kochi, è “giallo” sulla scatola nera della Erica Lexie, i cui dati, relativi all’incidente del 15 febbraio scorso che ha visto la morte di due pescatori indiani, non sarebbero stati salvati.

A scriverlo è il Times of India, citando fondi del Dipartimento della Marina mercantile. Secondo il quotidiano, un’inchiesta ha stabilito in modo preliminare che nel “Voyage Data Recorder” (Vdr), ossia la scatola nera della petroliera italiana della compagnia napoletana “D’Amato”, non si sono potuti recuperare i dati riguardanti la posizione in mare della nave al momento dell’incidente avvenuto nel Mar Arabico.

Il Vdr di una nave, spiega il giornale, registra le informazioni di navigazione e le conserva per 12 ore, poi il sistema riscrive i dati su quelli già esistenti, e “se c’è un evento importante a bordo o nelle vicinanze, i dati debbono essere salvati”.A quanto pare, secondo alcune fonti citate del Times of India, il comandante Umberto Vitelli non avrebbe disposto la conservazione dei dati sul registro di bordo (logbook). Una questione che dovrà essere approfondita.

Intanto, qualche spiraglio si apre invece sul fronte giudiziario: il giudice A.K. Goapakumar ha deciso di autorizzare la presenza di due esperti italiani alle prove balistiche sulle armi prese sulla Enrica Lexie, come “testimoni silenziosi” che “non devono interferire nei test, verificarli o rivelarli”. La decisione sulla giurisdizione (che, secondo le autorità italiane, sarebbe di Roma perché il fatto è avvenuto in acque internazionali) è stato invece rinviato a martedì.

I due fucilieri del battaglione San Marco, sui quali, tra l’altro, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio volontario, rimarranno in stato di fermo almeno fino al 5 marzo. L’Italia “è fortemente preoccupata si possa essere verificata un’eccezione a principi fondamentali dell’ordinamento internazionale che sono quelli del riconoscimento della sovranità nazionale sulle navi che battono una bandiera nazionale in alto mare”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, durante una visita a Istanbul, in Turchia, sottolineando che la priorità dell’Italia è riportare a casa i marò in tempi brevi. Il capo della Farnesina ha insistito nel dire che bisogna mantenere i toni bassi e lasciare lavorare la diplomazia, poiché, ne è convinto, “l’azione che stiamo svolgendo darà alla fine si suoi risultati”.

Girone e Latorre erano a bordo della petroliera italiana come nucleo di protezione militare sui mercantili italiani in navigazione in zone a rischio. Nel pomeriggio del 15 febbraio, alle 16.30 ora indiana (le 12 in Italia), al largo delle coste meridionali dello stato indiano del Kerala, nell’Oceano Indiano, aprivano il fuoco contro il peschereccio “St. Antony”, con 11 uomini a bordo, salpato una settimana fa da Kollam per le consuete attività di pesca. Secondo una prima versione italiana, si sarebbe trattato di un arrembaggio sventato alla “Enrica Lexie”, con i militari che avrebbero esploso tre serie di colpi di arma da fuoco a scopo dissuasivo. Durante la sparatoria morivano i due pescatori Ajesh Binki, 25 anni, e Jalastein, 45, entrambi del Tamil Nadu, ma residenti nel centro keralese di Moothakara.

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