Cassazione: “A coppie gay uguali diritti dei coniugi”

di Mena Grimaldi

 ROMA. Sentenza storica quella depositata giovedì mattina dalla Cassazione, che farà senz’altro discutere.

Per la prima volta la Corte, con sentenza numero 4184, ha sancito che: “Le coppie omosessuali, se con l’attuale legislazione, non possono far valere il diritto a contrarre matrimonio né il diritto alla trascrizione del matrimonio celebrato all’estero, tuttavia hanno il diritto alla vita familiare e a vivere liberamente una condizione di coppia con la possibilità di un trattamento omogeneo a quello assicurato alla coppia coniugata”.

La Corte ha spiegato che, se è vero che in Italia ancora non esiste una legislazione che preveda il matrimonio tra gay, citando a questo riguardo anche la recente sentenza della Corte Costituzionale che appunto aveva detto no ai matrimoni omosessuali, il quadro europeo dei diritti dei gay edil contesto sociale è fortemente cambiato.

La Cassazione ha sottolineato che “l’intrascrivibilità” delle unioni omosessuali dipende non più dalla loro ‘inesistenza’ e neppure dalla loro invalidità ma dalla loroinidoneità a produrre quali atti di matrimonio, appunto, qualsiasi effetto giuridico nell’ordinamento italiano. Il caso preso in esame per la prima volta dalla Cassazione era quello di due uomini che, nel 2002, si sono sposati all’Aia, in Olanda, e hanno poi chiesto la trascrizione del certificato di nozze, come atto pubblico, al comune di Latina, dove risiedono.

Al rifiuto dell’Ente di riconoscere questo certificato, e quindi il matrimonio, la coppia ha fatto ricorso sia in Tribunale che alla Corte d’Appello di Roma. I due ricorsi sono stati respinti, e da lì è partita la nuova istanza per la Cassazione, dove la Prima Sezione Civile motiva la sua decisione, che è comunque di rigetto del ricorso, in circa 80 pagine.

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