Elezioni, si prospettano trenta liste

di Nicola Rosselli

 AVERSA. La carica dei settecento. Considerate le premesse, dovrebbero essere almeno trenta le liste in campo ad Aversa in vista dell’appuntamento elettorale del 6 e 7 maggio prossimo.

Una frammentazione del voto che fa impallidire il precedente record del 2007, quando furono 22 le liste presenti con cinque candidati a sindaco. Cifre che, stando ai “rumors” attuali, fanno sorridere. Eppure questa volta sarà addirittura più difficile entrare in consiglio comunale visto che il parlamentino cittadino scenderà da trenta a ventiquattro componenti.

L’ultima novità in termini di liste è rappresentata dalle sei che hanno dato vita alla Federazione Autonomista Aversana. Si tratta di tre forze politiche note anche a livello nazionale: Noi Sud, Mpa e Alleanza di Centro alle quali si aggiungono tre movimenti locali: Nuovo Sud di Armando Lama, che ha avuto ed ha consiglieri comunali; Gruppo Unico di Autonomia, ossia ennesima ala Udc che fa capo a Adriano Pozzi; Osservatorio Politico, associazione vicina all’ex parlamentare ed attuale capogruppo consiliare autonomista Paolo Santulli. Imma Lama, portavoce della Federazione rivendica per quest’ultima un ruolo “non da ruota di scorta, alla pari con gli altri e con un nostro candidato a sindaco”.

Continuando, nel centro destra almeno cinque le liste presenti: Pdl, Udeur, Circolo della Libertà, Nuovo Psi, Aversa Più, ma la lista potrebbe allungarsi con fuoriusciti Udc contrari alla scelta di rompere l’alleanza con il Pdl. Nel costituendo Terzo Polo, accanto all’Udc, i fedeli dell’ex consigliere regionale Peppe Sagliocco con “Noi Aversani”, Fli, Api e altre civiche. Civiche, due, nell’ambito di “Aversa che verrà” insieme all’Idv con candidato a sindaco il consigliere provinciale Salvino Cella.

Due civiche anche per il candidato “civico” Gabriele Costanzo; due ancora per il centrista Valerio Ferrara; due per il movimento Aversa Bene Comune con Lello Ferrara in poule per la candidatura; Pd, Sel e socialisti con Mariano D’Amore; infine, una lista “H” composta da disabili. Questa frammentazione in ingresso produrrà, ovviamente, anche una frammentazione della presenza in consiglio, dove sarà ancora più difficile mettere insieme tante forze politiche.

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