L’Italia ricorda le vittime di Firenze. “No al razzismo” anche dallo stadio

di Emma Zampella

 FIRENZE. Ci si chiede ancora il perché di quel folle gesto, mentre per le strade del capoluogo toscano sfila il corteo in memoria dei senegalesi uccisi nell’agguato consumatosi in piazza Dalmazia e proseguito tra i mercatini di San Lorenzo.

Il corteo è cominciato alle 15 di sabato e ha visto la partecipazione non solo della comunità senegalese ma anche delle istituzioni presenti sul territorio. Già in mattinata erano in tanti in piazza Dalmazia, primo scenario della sparatoria. In molti hanno pregato con tappeti stesi a terra e letto il Corano. Alla guida della manifestazione per dire ‘no’ al razzismo c’erano il sindaco Matteo Renzi, il governatore della Toscana, Enrico Rossi, e il leader di Sel, Nichi Vendola, arrivati insieme. C’erano anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il presidenteRosy Bindi.

In molti hanno ricordato le vittime con messaggi molto commoventi, prima tra tutti gli amici di Modou Samb e Mor Diop che reggono le foto dei due senegalesi morti. Si creca di raccontare ciò che ancora non si è detto delle vittime. Modu aveva una figlia di 13 anni che non ha mai avuto la gioia di vedere perché costretto a stare lontano dalla sua famiglia: “Tredici anni senza vedere la sua famiglia – c’è scritto accanto alle immagini – e il suo sogno si è fermato il 13 dicembre. Non ha nemmeno visto la sua bambina una volta”, racconta con le lacrime agli occhi uno degli amici. Accanto alla foto dell’altra vittima Mor Diop, la scritta: “Perché ha scelto solo i senegalesi al mercato?”. Dietro i cartelli e gli striscioni della comunità senegalese fiorentina c’erano i gonfaloni, in primo piano quello della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e della Provincia di Prato. I 10mila partecipanti alla manifestazione hanno intonato un unico coro: “No al razzismo”. A partecipare, l’ambasciatore Papa Saer Gueje, consigliere speciale del presidente della Repubblica del Senegal, arrivato venerdì a Firenze, accompagnato dall’ambasciatore del Senegal in Italia, Papa Cheickh Saadibou Fall. Dopo aver visitato i tre connazionali feriti, ancora ricoverati a Careggi e a Santa Maria Nuova, insieme al console onorario Eraldo Stefani, l’ambasciatore ha avuto una serie di incontri con prefetto, questore, comandante dei carabinieri e con il sindaco. I rappresentanti del governo africano hanno poi riunito nel consolato, insieme all’imam di Firenze, Izzedine Elzir, alcuni esponenti della comunità fiorentina e i familiari delle due vittime. In piazza anche il segretario del Pd toscano, assieme ai sindacati, anche i gli amministratori dell’hinterland.

 Durante la manifestazione composta però c’è stata una voce fuori dal coro. Il canto stonato è quello di Casapound, la cui militante Chiara Del Fiacco ha detto: “Il nostro stile politico ci ripulirà da una macchia che ci ha sporcati ingiustamente e per cui non abbiamo nessuna colpa nè sentiamo di dover chiedere scusa a nessuno”. Poi spiega: “Se neppure i parenti e gli amici di Casseri sapevano che era un folle, come potevamo capirlo noi quando veniva a parlare dei suoi libri alle nostre conferenze? La nostra porta è aperta a tutti non chiediamo di certo certificati di sanità mentale”. Ma questo non ha fermato i manifestanti nel trasformare i luoghi della morte dei senegalesi nel posto del ricordo di quel tremendo mercoledì. Disegni, fiori, parole e cartelloni che purtroppo non possono rimediare a quanto ormai è accaduto. Le bancarelle di San Lorenzo hanno calato il tendone e sono rimaste chiuse, ma anche il resto dell’Italia si è stretto intorno a lungo fiume di gente che ha attraversato Firenze.

A Milano il corteo è partito in maniera pacifica, ma il clima è cambiato rapidamente quando un gruppo di giovani, in gran parte di origine africana, ha preso la testa del serpentone creando lunghi momenti di concitazione. Il servizio d’ordine del corteo ha faticato a riportare tutti alla calma, dato che il drappello più “agitato” avanzava irruente verso il cordone delle forze dell’ordine. Anche a Napoli una manifestazione, con un migliaio di persone, a cui ha preso parte anche dal sindaco Luigi De Magistris che, al termine, con l’assessore D’Angelo, ha incontrato i manifestanti e ascoltato le loro richieste: “Chiameremo a raccolta tutte le comunità della regione perchè i rifugiati possano ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari e per trovare soluzioni alle problematiche delle diverse comunità”.

Vendola, dal capoluogo toscano, ha fatto sapere di essere propenso per l’estensione del voto agli immigrati: “La miglior risposta è estendere la cittadinanza e il diritto di voto agli immigrati. Bisogna liberarsi dall’immondizia delle leggi razziali, – ha aggiunto il leader di Sel – bisogna cancellare la Bossi-Fini e ripristinare la legge Mancino che sanziona penalmente l’istigazione all’odio razziale.Non bastano – ha concluso Vendola – buoni sentimenti e parole. Bisogna ricostruire il profilo civile di un’Italia accogliente”.

Intanto, si pensa già a lunedì, giorno in cui dovrebbero svolgersi i funerali dei due senegalesi uccisi da Gianluca Casseri. Venerdì il pm Paolo Canessa ha dato il nulla osta per la restituzione delle salme e per questo sono stati disposti i preparativi per il rito funebre di cui non si è ancora deciso il luogo. PalaMandela o Fortezza da Basso. Sarà un corteo strettamente sorvegliato, con gli occhi tutti puntati su centri sociali e antagonisti, che hanno già annunciato la loro partecipazione. La questura di Firenze ha schierato per l’occasione circa 150 uomini in divisa e in borghese con uno sforzo notevole visto che sabato alle 15 c’è la partita Empoli-Grosseto e che alle 20.45 al Franchi la Fiorentina giocherà contro l’Atalanta.

 Anche allo stadio sono ricordati Modou e Mor. Prima del fischio d’inizio è stato osservato un minuto di silenzio, come “segno di partecipazione al lutto della comunità senegalese e di ferma condanna contro ogni forma di violenza e di razzismo”, messaggio a cui si è unito quello del giocatore della Fiorentina, Khouma El Babacar, comunicato ai tifosi con un video trasmesso sui maxischermi dello stadio.

“Vorremmo un corteo silenzioso e pacifico, senza musica e tamburi perché questo è il momento del cordoglio. Cammineremo mano nella mano contro il razzismo”: ha detto Assan Kebe, coordinatore della manifestazione antixenofobia. “Sarà una manifestazione non violenta — conclude Kebe — e chi ha intenzione di parteciparvi comportandosi in modo diverso sappia che ci siamo preparati per gestire questo tipo di situazioni. Avremo un servizio d’ordine composto di tanti senegalesi che per lavoro si occupano di sicurezza. La rete è già stata organizzata. Ma l’importante adesso è che passi il messaggio: no alla violenza, no all’odio, no al razzismo e a chi fomenta l’ostilità tra i diversi”.

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