Polemica Puc, l’Udc smentisce l’assessore Diomaiuta

di Redazione

Pasquale DiomaiutaAVERSA. L’Udc smentisce il suo assessore. In un comunicato si afferma che la delibera con la quale viene nominato il coadiutore per la redazione delle linee guide del Puc è illegittima per una serie di astrusi motivi tecnici.

Non ci riteniamo in grado di entrare nella querelle, né vogliamo essere avvocati d’ufficio di alcuno, ma non possiamo fare a meno, da cronisti, di notare che questa presa di posizione si registra a meno di 24 ore dalle dichiarazioni dell’assessore Udc Pasquale Diomaiuta, che aveva riferito come non vi erano contrasti con gli autonomisti e che si era trattato di un malinteso. Pare, invece, che quel comunicato dell’Udcdica giusto il contrario. Chi ha ragione? Chi rappresenta davvero l’Udc e quale ne sarà la posizione in seno alla giunta di centrodestra e alla maggioranza della quale l’esecutivo è espressione? Basterà attendere per saperlo. Ma, andiamo per ordine, per non rischiare di fare anche noi, a nostra volta, confusione.

Oggi quello che si definisce Udcsembra quasiuna dependance del Popolo della Libertà, tutti pronti a confluirvi in caso il partito ufficiale facesse scelte diverse, ad eccezione, forse, di Gilberto Privitera. Fanno, allora, paura questi satelliti che si sono scoperti essere Udc da tempo, come Mattiello, Abate, De Gaetano, Pozzi e così via, che potrebbero portare via il giocattolo agli attuali giocatori.

Inoltre, che non ci sia stata nel passato una lotta tra i Pozzi e i Bisceglia può essere vero o meno, il giudizio è oramai storico e propende per la litigiosità tutta interna alla Democrazia Cristiana degli anni Ottanta. Quello che oggi è certo è che le vecchie correnti di potere democristiano si sono divise e cercano di acquisire fette di controllo delle forze centriste in vista delle elezioni in città, per rimetterci politicamente le mani sopra come è stato fino a venti anni fa. In questi anni lo avevano fatto attraverso Forza Italia e questa “nuova” classe dirigente ora sogna di farlo nuovamente in maniera diretta. E, grazie alla mancanza assoluta di alternative valide, gli aversani corrono il rischio concreto di vederseli nuovamente, saldamente, al governo di una città che hanno contribuito, nonostante quanto vanno affermando, a rendere invivibile, una sorta di suburra i cui amministratori attuali non riescono nemmeno a concretizzare una, oramai improcrastinabile, raccolta differenziata dei rifiuti, che si effettua da decenni in piccoli e grandi città anche del vituperato agro aversano.

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