Comitato Acqua: “No a esternalizzazione del servizio”

di Redazione

 AVERSA. “Il servizio acquedotto ad Aversa non deve essere esternalizzato; significherebbe andare contro lo spirito del referendum. Si tratterebbe solo di un decisione che servirebbe per coprire le inefficienze dell’amministrazione comunale”.

Questa in estrema sintesi la posizione espressa nei giorni scorsi dal Comitato Acqua Pubblica cittadino con il portavoce Francesco Chioccola. A Chioccola risponde il primo cittadino. “Siamo di fronte ad un problematica che non abbiamo mai abbandonato. Potevamo scegliere di aggregarci – ha dichiarato Domenico Ciaramella – al Consorzio Idrico, ma, dopo l’esperienza GeoEco, abbiamo desistito. Nel nostro comune non c’è, né possiamo approntarla dato il divieto di fatto di assunzioni, una struttura in grado di sostenere la gestione del settore acquedotto. Siamo di fronte ad una situazione che si è incancrenita negli anni. Basti pensare che nel Parco Coppola abbiamo un migliaio di famiglia che si appoggiano su 4 o 5 contatori, per cui è praticamente impossibile risalire ai reali consumatori”.

Chiccola illustra, poi, i motivi che hanno portato a decidere per la gestione esterna del servizio e afferma: “Monitorando il settore, ci siamo resi conto che non è possibile continuare come si era fatto sino ad ora. Basti pensare che oggi in quell’ufficio c’è il responsabile ed un’altra persona, tutti gli altri sono andati in pensione e non possono essere sostituiti. Insomma, non è una battuta dire che il servizio acquedotto fa acqua da tutte le parti”.

In chiusura, un messaggio diretto al Comitato: “Tutto il rispetto per chi non la pensa come noi, quando amministreranno loro applicheranno le loro convinzioni. Vogliamo organizzare il servizio sulla falsariga del gas, con un contatore per ogni utenza e, paradossalmente, l’acqua costerà di meno perché la pagheranno più persone. Non possiamo continuare a tramandarci questa tremenda eredità da un’amministrazione all’altra”.

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