Meredith, i periti: “Accertamenti della Scientifica non attendibili”

di Redazione

Meredith Kercher PERUGIA. Il processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher è ripreso a Perugia con la relazione dei periti della Corte d’assise d’appello che hanno svolto accertamenti genetici su due reperti al centro dell’indagine.

Entrambi gli imputati si sono presentati in aula. In aula, tra il pubblico, anche l’ex comandante del Ris di Parma, il generale dei carabinieri Luciano Garofano.

Sul coltello con il quale secondo l’accusa venne uccisa Meredith “non c’è evidenza di presenza di sangue”. Lo hanno ribadito Stefano Conti e Carla Vecchiotti, dell’istituto di medicina legale dell’Università “La Sapienza” di Roma, periti della Corte. Gli esperti hanno affermato che sul reperto non c’era una quantità di Dna “idonea a un nuovo esame”. Anche il gancetto del reggiseno indossato da Meredith quando fu uccisa è risultato in condizioni tali da rendere impossibile una nuova analisi delle tracce. I periti hanno quindi sostenuto, come a loro avviso, “non siano attendibili” i risultati degli accertamenti svolti dalla polizia scientifica.

Secondo i periti, il gancetto del reggiseno indossato al momento dell’omicidio da Meredithvenne toccato dagli operatori della polizia scientifica con un guanto sporco. Gli esperti hanno mostrato il filmato delle operazioni di repertazione. “Immagini analizzate fotogramma per fotogramma. – ha detto il professor Stefano Conti – C’è una serie di circostanze che non corrisponde a protocolli e procedure”. In particolare, secondo i periti, dal filmato emerge “il segno di un guanto sporco che ha toccato il gancetto”.

L’omicidio di Meredith Kercher, studentessa inglese residente a Coulsdon, Londra, in Italia nell’ambito del progetto Erasmus presso l’Università di Perugia, avvenne nella notte del 1 novembre 2007.La 22enne fu ritrovata priva di vita con la gola tagliata nella sua camera da letto, nella casa di via della Pergola che condivideva con altri studenti. La causa della morte fu un’emorragia dovuta alla perdita di sangue da una ferita al collo, provocata da un oggetto acuminato usato come arma. Per il delitto sono stati condannati in primo grado per omicidio, violenza sessuale e furto tre persone: lo studente barese Raffaele Sollecito, 23 anni all’epoca dell’omicidio, la studentessa americana Amanda Knox, originaria di Seattle, con cui sollecito aveva una relazione al momento del delitto, e l’ivoriano Guede, 25 anni, arrestato in Germania il 20 novembre 2007 ed estradato in Italia il successivo 6 dicembre. La Knox, Sollecito e Guede sono stati rispettivamente condannati a 26, 25 e 16 anni di reclusione. Knox e Guede sono agli arresti nel carcere di Capanne(Perugia), mentre Sollecito, dopo essere stato anch’egli in custodia al carcere perugino, è stato trasferito dall’inizio del 2008 presso il supercarcere di Terni.

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