9 luglio 2006: la storia siamo noi

di Redazione

 Ci sono date destinate a rimanere per tanto tempo nelle mente di chi le ha vissute. Date che si portano sempre dentro, malgrado il tempo passi, malgrado le cose cambino, malgrado la vita continui.

E così capita che in un giorno di luglio, il 9 luglio, del 2006, l’Italia sale sul tetto del mondo dopo una cavalcata inarrestabile, partendo dal Ghana fino ad arrivare alla gloriosa notte di Berlino. Un mondiale cominciato con la vittoria ai danni del Ghana di Appiah per 2-0, con le reti di Pirlo, botta da fuori area,e Iaquinta,straripante in velocità. Una vittoria che sembrava aprire la strada spianata verso la qualificazione. Ma non c’è nulla di semplice in un mondiale e la squadra guidata dal ct Marcello Lippi registra subito un passo falso: pareggio per per 1-1 con gli Usa con l’espulsione di De Rossi per una gomitata a McBride.La rete azzurra verrà siglata da Alberto Gilardino che irrompe su una palla messa in mezzo da Pirlo al 21’. Cinque minuti dopo Zaccardo, in modo maldestro, mette dietro le spalle di un incolpevole Buffon. Inutile parlare delle critiche che pioveranno sugli azzurri, accusati dai tedeschi di agire in modo bruto e animalesco.

L’Italia scenderà pochi giorni dopo in campo con la Repubblica Ceca per una partita che vale la qualificazione. Le cose sembrano mettersi subito male con l’infortunio accusato da Alessandro Nesta. Il centrale del Milan abbandona il campo dolorante e lascia il posto a Marco Materazzi, considerato una riserva fino a quel momento ma che lascerà il campo solo per un’altra partita a causa di un’espulsione. Proprio il centrale dell’Inter, poco dopo, al 26′, stacca su calcio d’angolo e batte Cech per la rete del vantaggio azzurro. La voglia di riscatto si fa sentire sempre più sia da parte dei cechi, che con Nedved impensieriscono Buffon piu’ volte, sia da parte degli italiani, che giocano senza paura. In contropiede all’87′ Inzaghi chiude i conti mettendo a segno la rete del 2-0.

Superata la fase a gironi ed agli ottavi, l’Italia pesca l’Australia.Una partita sulla carta senza storia ma che in realtà sarà forse una delle piu’ difficili ed emozionanti della cavalcata degli uomini di Lippi. Gli azzurri sprecano tanto e la storia della partita sembra cambiare negativamente quando Materazzi si fa espellere per fallo su Bresciano. I “canguri” iniziano cosi’ a gestire il gioco palla a terra ma è ancora l’Italia a rendersi più pericolosa. Minuto 94: Grosso si fionda in area ma viene steso brutalmente, per l’arbitro è calcio di rigore.Francesco Totti ha l’occasione di riscattare un mondiale fino ad allora in ombra ma soprattutto un periodo molto difficile visto il grave infortunio registrato tempo prima contro l’Empoli. Dagli 11 metri il capitano della Roma non sbaglia e la mette nell’angolo dove nessun portiere arriva. Fabio Caressa, commentatore di Sky, grida il suo nome 10 volte con a seguito probabilmente tutta l’Italia.

Il cammino azzurro continua. Il prossimo scoglio è l’Ucraina della conoscenza italiana Sheva. La partita inizia subito in discesa perché al 6′ Gianluca Zambrotta lascia partire una bordata da 30 metri che batte il portiere ucraino. La sfortuna e i miracoli di Buffon si mettono contro degli ucraini che tra il 59′ e il 69′ subiscono la doppietta di Luca Toni. L’attaccante prima sfrutta intelligentemente un cross di Totti e poi un assist del perfetto Zambrotta. Nessuno ci ferma, l’Italia è in semifinale. Battere la Germania è sempre stato difficile,soprattutto in casa loro, considerata anche la grande forma fisica mostrata nelle partite precedenti da parte dei tedeschi. La semifinale incomincia un po’ nella paura di entrambe le squadre. Tutte e due sbagliano molto e al 90′ al risultato è ancora fermo sullo 0-0. Nulla sembra voglia cambiare ma, si sa, la fortuna aiuta sicuramente gli audaci ma anche gli umili. Umili come Fabio Grosso che dal Palermo è passato all’Inter e che alla soglia dei 30 anni si trova a vivere un sogno. Al 113’ Lehmann salva su Pirlo e concede il calcio d’angolo: l’Italia è col fiato sospeso. Del Piero batte dalla bandierina, la sua palla tagliata viene messa fuori dalla difesa tedesca, Pirlo se ne impossessa portandosene tre addosso e dando una palla filtrante a Grosso, il terzino si gira e con un sinistro precisissimo la mette sotto il palo. L’esterno scuoterà la testa correndo per un’immagine che rimarrà nella storia. L’Italia è in vantaggio a 7 minuti dalla fine. Le piazze non riescono più a mantenersi dalla gioia, il ricordo dell’82′ sembra tornare. Gli azzurri non si fermano qui però: “Cannavaro, Cannavaro” grida Caressa, la palla giunge a Totti che la lancia a Gilardino, quest’ultimo si porta il difensore e, di tacco, la mette lì a Del Piero. L’attaccante della Juventus non ci pensa due volte e la spedisce all’incrocio dei pali. E’ il 2-0. L’Italia umilia la Germania in casa sua, tra i pianti dei tifosi. “Andiamo a Berlino. Andiamo a Berlino Beppe” cosi’ Fabio Caressa non contiene l’entusiasmo.

Siamo finalmente al 9 luglio del 2006. L’Italia affronta la Francia, che ha eliminato il Brasile, per il titolo di campione del mondo. Sotto il cielo di Berlino luccica la coppa d’oro ed anche un po’ la testa di Zidane, vero incubo per gli azzurri vista la tecnica e la fantasia. Al 5′ Malouda arriva in area, Materazzi è in ritardo e l’arbitro assegna calcio di rigore. Zidane dal dischetto fa il cucchiaio a Buffon, la palla va a finire sotto la traversa e poi dentro per la rete del vantaggio francese. C’è la paura negli occhi di tutti, un cammino cosi’ bello che puo’ finire in questo modo sarebbe una beffa. Ma con la caparbietà di un bambino, gli azzurri alzano la testa e al 18′ la palla messa in mezzo da Pirlo su calcio d’angolo trova la testa di Marco Materazzi chesi eleva ebatte Barthez per il pareggio azzurro. Il centrale alza le mani al cielo dedicando la rete alla madre scomparsa molto tempo prima, commuovendo tutta una nazione. Il destino sembra volerci aiutare e la prova certa lo da’ il gioco espresso dagli azzurri che vanno anche a segno con Toni ma l’arbitro annulla. I tanti rovesciamenti di fronte pero’ non porteranno ad alcuna rete fino al 90′. Si va ai supplementari. La stanchezza comincia a pesare e cosi’ prima Ribery, con una rasoiata, e poi Zidane, con un colpo di testa su cui ci vuole il miracolo di Buffon, mettono a dura prova il cuore degli italiani. Ogni minuto avanza con l’incubo dei rigori – come dirà Gattuso – ma all’improvviso Materazzi è scaraventato a terra con le mani al petto. La prova televisiva metterà in risalto la testata di Zinedine Zidane ai danni del centrale dell’ex centrale dell’Inter, un gesto antisportivo e del tutto incomprensibile che costa l’espulsione allo storico campione della Francia. Una carriera che si chiude nel peggiore dei modi, una reazione che mai e poi mai verrà giustificata davvero da Zizou. I supplementari terminano praticamente li, le squadre non si fanno male, tutto si decide ai calci di rigore.

La tensione si sente in tutta la penisola. Lippi dice i nomi: Andrea Pirlo, Marco Materazzi, Daniele De Rossi, Alessandro De Piero e l’eroe della Germania Fabio Grosso. Inizia l’Italia: Pirlo Insacca senza problemi, Wiltord la mette dentro per la Francia, Marco Materazzi sigla il secondo, David Trezeguet fallisce per i galletti ipnotizzato da Buffon, De Rossi dal dischetto non fallisce, stessa sorte per Abidal, Del Piero non sbaglia e Sagnol porta il risultato sul 4-3. Sono le ore 22:41 e Fabio Grosso sta per calciare l’ultimo rigore azzurro. Il suo sinistro può entrare nella storia, nei suoi occhi la storia di una nazione, il tifo di un’intera penisola. Fabio fissa Barthez, lo spiazza, regalando il trofeo all’Italia.

Capitan Cannavaro alza la coppa che vale ilquarto titolo. Il cielo è azzurro sopra Berlino e probabilmente per tutti gli italiani lo rimarrà per sempre.

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