Clan dei Casalesi, 10 fermi contro il gruppo Russo

di Redazione

Giuseppe Russo Francesco Russo

La Dia di Napoli ha eseguito dieci fermi contro il gruppo Schiavone-Russo del clan dei Casalesi egemone nei territori di Casal di Principe, Orta di Atella, Gricignano e Succivo. Le accuse sono di estorsione a danno di imprenditori. Tra gli arrestati Francesco Russo, 51 anni, Giuliano Martino, 39, e Maurizio Capasso, 41, tutti di Casal di Principe e, rispettivamente, fratello, cognato e cugino del boss Giuseppe Russo. I provvedimenti di fermo sono stati emessi dalla Dda di Napoli a seguito degli accertamenti effettuati dalla Dia napoletana su tre estorsioni compiute dal gruppo camorristico in danno di imprenditori edili e commercianti di pellame di Orta di Atella e Gricignano a cui sono state estorte somme di denaro per complessivi 50mila euro solo nell’ultimo trimestre. Uno degli imprenditori estorti fu sequestrato e trasportato nel bagagliaio di un’autovettura in una masseria isolata nella zona di Casal di Principe dove, al cospetto del “padrino”, fu pesantemente intimidito e costretto a pagare la tangente estorsiva.

Dall’indagine è emerso anche l’episodio di cui fu protagonista un commerciante aversano di pellame, tra i 10 arrestati di oggi, che vantava un credito nei confronti di un collega napoletano per una partita di pelli. Non avendo ancora ottenuto l’intero pagamento, il commerciante, secondo gli inquirenti, si sarebbe rivolto al clan dei Casalesi per velocizzare la risoluzione della controversia. Il gruppo “Schiavone-Russo” rappresenta, da sempre, il nucleo centrale della potente organizzazione dei Casalesi, essendo i suoi affiliati alle dirette dipendenze di Francesco “Sandokan” Schiavone, e del suo fidato e storico luogotenente Giuseppe Russo, entrambi detenuti al regime del 41bis. Dopo i recenti successi ottenuti dalle forze dell’ordine e dalla magistratura si è determinato all’interno del clan un radicale riassetto, sia da un punto di vista militare che strategico.

L’operazione “Highlander” assume, quindi, un’importanza rilevante poiché colpisce una delle poche “cellule” radicate sul territorio e facente ancora capo, con un filo diretto, ai tradizionali boss casalesi. Non a caso, tra gli arrestati ci sono stretti familiari del boss Russo. Sintomatica una frase riferita da uno dei camorristi al giovane commerciante napoletano, costretto a seguirlo in una isolata masseria di Casal di Principe: “Sappi che dopo di noi non c’è più nulla”. Giuseppe Russo, che sta scontando un ergastolo per omicidio e associazione mafiosa, è cognato di uno dei fratelli del deputato Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia e coordinatore regionale del Pdl campano. Giuliano Martino, invece, è fratello di un consigliere comunale dell’Udc (ex Pdl) ed è cognato dei fratelli Russo, avendo sposato una loro sorella.

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