Casalesi, arrestato il latitante Mario Caterino

di Redazione

Mario CaterinoCASERTA. Il boss latitante Mario Caterino, 54 anni, ritenuto il numerodue del clan camorristico dei Casalesi, è stato arrestato nella mattinata del 2 maggio a Casal di Principe.

Si nascondeva nell’abitazione di un fiancheggiatore, in via Toscanini, al civico 13, a poche centinaia di metri dalla sezione distaccata della polizia. L’operazione è stata effettuata dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta,diretti dal vicequestore Angelo Morabito,e della sezione distaccata di Casal di Principe, diretta dal vicequestore Alessandro Tocco, coordinati dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli Antonello Ardituro, Giovanni Conzo e Raffaello Falcone.

IL BOSS APPLAUDE IRONICO. Applausi e sorrisi sardonici. Così Caterino si è mostrato agli obiettivi dei fotografi uscendo dalla vettura della polizia che lo ha trasportato fino alla questura di Caserta. Il boss ha mimato ironicamente il gesto dell’applauso, rispondendo ai poliziotti che nel cortile della questura si complimentavano con i colleghi protagonisti dell’operazione.

ARRESTATO FIANCHEGGIATORE. Si nascondeva proprio a Casal di Principe, a poche centinaia di metri dalla sezione distaccata della squadra mobile. Il proprietario della casa, un incensurato, Crescenzo Della Corte, imbianchino di 43 anni, è stato arrestato. Il rifugio si trova in una zona molto tranquilla; sono in corso accertamenti per capire da quanto tempo Caterino vi si trovasse.

IL BLITZ. Ogni possibilità di fuga è stata chiusa al camorrista che si è arreso senza battere ciglio. Proprio negli ultimi giorni i poliziotti di Casal di Principe avevano notato un viavai di auto molto sospetto davanti all’abitazione dove Caterino si nascondeva. E’ probabile che i fiancheggiatori del clan dei Casalesi-gruppo Schiavone dirottassero dei messaggi da parte di altri affiliati in attesa di istruzioni. Nell’abitazione di due piani, Caterino era arrivato nei giorni scorsi ma, secondo gli investigatori, presto sarebbe andato via per trovare rifugio in un altro covo. Secondo la polizia, nonostante fosse ricercato incessantemente da sei anni, Caterino probabilmente non si è mosso mai o quasi mai da Casal di Principe proprio per gestire gli affari del clan.

Crescenzo Della Corte

Crescenzo Della Corte

ELICOTTERO FA CADERE PALO: FERITA UNA DONNA. Anche gli elicotteri sono stati utilizzati per la cattura e uno di questi ha causato un incidente che ha provocato un ferito. Il velivolo, volando basso, ha divelto delle lamiere e fatto cadere un palo, in una delle traverse di via Toscanini, che a sua volta ha colpito una donna, ora ricoverata. Le sue condizioni non sarebbero gravi.
PROFILO. Nato il 14 giugno 1957, Caterino è soprannominato “Mario ‘a botta”, sembra per una certa “esplosività” dei suoi comportamenti nel campo estorsivo. Esponente del gruppo che fa capo al boss Francesco Schiavone, detto “Sandokan”,in carcere al 41bis, Caterino, ricercato dal 2005 e inserito nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi in circolazione, è considerato,dopo il latitante Michele Zagaria, al vertice dell’organizzazione criminale. Nei suoi confronti tre anni fa, nell’ambito dell’operazione “Spartacus 3”, era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare per associazione camorristica ed estorsione, e per l’omicidio di Vincenzo De Falco avvenuto nel 1991. Proprio in quel periodo, dopo l’uccisione del boss Antonio Bardellino, Caterino assunse una posizione di primo piano all’interno del clan dei ‘casalesi’. “Sandokan” gli aveva affidato, insieme ai nipoti Sebastiano Panaro “Camardone” e Nicola Panaro “Principino”, entrambi detenuti, la gestione degli affari illeciti più delicati nel nevralgico comprensorio di Casal di Principe. A loro, infatti, era deputata la gestione delle entrate estorsive e del pagamento degli stipendi agli affiliati del gruppo ed ai loro famigliari. Nel 2010 è stato condannato in via definitiva con una sentenza della Corte di Cassazione. Nel 2008, durante la sua latitanza,era stata emessa un’altra ordinanza di custodia cautelare dal gip presso il Tribuanle di napoli per associazione mafiosa nell’ambito della operazione ‘Spartacus 3’, di cui attualmente si sta celebrando il processo, quandofurono arrestati oltre 100 presunti appartenenti al clan Schiavone.
MARONI: “SI STRINGE CERCHIO INTORNO A ZAGARIA”. “La cattura di Caterino, numero due del clan dei Casalesi, è un successo straordinario, che stringe il cerchio intorno alla latitanza di Michele Zagaria”. Così in una nota il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che si è congratulato con il capo della polizia e direttore generale del dipartimento di pubblica sicurezza, prefetto Antonio Manganelli, per l’arresto del boss Caterino. “L’arresto di Caterino – ha aggiunto Maroni – rappresenta l’ennesimo straordinario successo di una stagione di contrasto alla camorra senza precedenti, condotta con coraggio e competenza da magistratura e forze dell’ordine nel casertano”.

L’arresto di Mario Caterino

Il covo del boss

Il boss in Questura

La sentenza “Spartacus”

ZINZI: “ALTRO DURO COLPO AL CLAN”.“Faccio i miei complimenti agli uomini della Squadra Mobile di Caserta e ai pm della Dda che hanno arrestato il boss latitante Mario Caterino, numero due del clan camorristico dei Casalesi”. A dichiararlo è il presidente della Provincia di Caserta,Domenico Zinzi. “La cattura di Caterino – ha aggiunto Zinzi – è un durissimo colpo per il clan dei Casalesi e rappresenta l’ennesimo successo ottenuto grazie all’incessante azione di contrasto alla criminalità organizzata operata dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. Sono convinto – ha concluso il presidente della Provincia di Caserta – che, grazie all’azione congiunta di istituzioni, magistratura e forze di polizia, riusciremo a vincere la battaglia contro la camorra, che soffoca il territorio, impedendone il riscatto sociale e lo sviluppo economico”.

LONGO: “BELLA BOTTA AI CASALESI”.”Abbiamo dato una bella botta alla cosca dei Casalesi. Quando togli alla camorra un latitante, soprattutto se del calibro di Caterino si crea un grande scompiglio. Si rallentano le attività della cosca e quindi il sistema camorra va in crisi”, ha detto il questore di CasertaGuido Longo, che nel ’98, quando era a capo del Centro Dia di Napoli, con i suoi agenti arrestò il Francesco “Sandokan” Schiavone.

COMMENTI.Lo afferma la deputata democratica,Pina Picierno. “Oggi- continua la parlamentare casertana – è un giorno di festa per tutti i cittadini perbene, non solo in Campania ma in tutto il Paese, per questo colpo formidabile inferto alle mafie, a cui, ne siamo certi, faranno seguito ancora numerosi arresti e la cattura del boss Michele Zagaria, ancora latitante”. “Questo ennesimo arresto – affermaJole Santelli, vicepresidente del gruppo del Pdl della Camera – dimostra come continua la marcia incessante di questo governo contro la criminalita’ organizzata”. ”Prosegue incessante l’opera di liberazione nazionale, e in particolare del Sud”, affermail sottosegretario all’Interno,Alfredo Mantovano, che ha ricordato l’attività incessante “che viene svolta quotidianamente dalle donne e dagli uomini che appartengono ai corpi di polizia, coordinati dall’autorità giudiziaria. Aver assicurato alla giustizia Caterino – ha concluso il sottosegretario – costituisce un ulteriore, fondamentale tassello in questa direzione”.Italo Bocchino, vicepresidente di Fli: “Faccio i miei complimenti alla Dda di Napoli e al pm Ardituro per l’arresto di Caterino. Si tratta di un’operazione importante per liberare la Campania dalla morsa della criminalità organizzata. Adesso anche la politica dia il suo contributo – aggiunge Bocchino – evitando candidature ‘dubbie’ e puntando sulla trasparenza dei propri rappresentanti. Nel nome della legalità, premessa necessaria per ogni ipotesi di sviluppo del territorio”.

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