Carabinieri aggrediti, il rave non era autorizzato

di Redazione

 il paletto usato dagli aggressoriGROSSETO. “A Grosseto non si poteva intervenire, anche se il party non era autorizzato”.

CosìPier Andrea Vanni, sindaco di Sorana, ai giornalisti che chiedevano spiegazioni sul rave a cui hanno partecipato i quattro ragazzi che hanno aggredito lunedì mattina due carabinieri. Festa che è stata sgomberata solo il giorno dopo, e che andava avanti da tre giorni e tre notti. Il primo cittadino, da parte sua, ha riferito che “è stata aperta un’inchiesta della magistratura”. “Quanto all’accaduto, – ha dettoVanni-è una ferita a una vita quotidiana che è comunque improntata al rifiuto di ogni forma di violenza e intolleranza. E’ una ferita profonda e inattesa”. “Il rave party – ha aggiunto il sindaco – non era stato assolutamente autorizzato, anche perché nessuno aveva chiesto autorizzazioni. Io sono stato informato la mattina del giorno di Pasqua alle nove e mezzo dal comandante della stazione dei carabinieri di Sorano”.

I carabinieri avevano disposto una serie di controlli e di monitoraggi all’esterno dell’area, che è privata. “Per questo motivo – ha spiegato il sindaco – i militari non potevano intervenire per fare controlli all’interno dell’area”. “Anche la Questura di Grosseto – ha spiegato Vanni -, informata del fatto, aveva chiosato che era impossibile intervenire, salvo che non avvenissero reati all’interno della zona”. Il sindaco ha poi sottolineato che “all’esterno c’era un monitoraggio costante degli agenti di Sorano, che erano stati lì tutto il giorno di Pasqua e di Pasquetta. L’episodio di violenza è accaduto proprio durante quel monitoraggio”.

Sul fronte degli accertamenti relativi all’aggressione, i carabinieri della compagnia di Pitigliano aspettano tra qualche giorno i risultati degli esami di laboratorio fatti dalla Asl di Grosseto sui campioni di sangue e urina prelevati ai quattro giovani dopo l’arresto, per stabilire se erano sotto effetto di sostanze stupefacenti quando hanno reagito con estrema violenza al controllo della pattuglia dell’Arma.

Uno dei due militari, Antonio Santarelli, 43 anni, di Teramo, sposato con un figlio di 13 anni, è stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Siena e sottoposto ad intervento chirurgico per la riduzione di un ematoma alla testa. Ora è in prognosi riservata. L’altro, Domenico Marino, carabiniere scelto di34 anni, originario di Carinaro, in provincia di Caserta,ha una lesione molto seria ad un occhio ed una frattura al naso.

L’aggressione si è verificata intornoalle 10.30 di lunedì, lungo la strada provinciale 22. I giovani erano a bordo di un’auto quando sono stati fermati dai due carabinieri in forza alnucleo radiomobile della compagnia di Pitigliano. Quando i militari hanno chiesto loro di sottoporsi al test dell’alcool, questi si sono rifiutati e li hanno aggrediti con calci, pugni e bastoni. Per colpire i militari sarebbero stati usati anche un paletto di recinzione e una torcia. Poi sono risaliti in auto e fuggiti. Una pattuglia della compagnia di Saturnia ha però intercettato la Ford Focus su cui i quattro viaggiavano e li ha arrestati. Sono tutti fiorentini. Per bloccarli hanno dovuto sparare sei colpi di pistola, quattro in aria e due alle ruote. L’auto degli aggressori, una Renault Clio, stava per piombare nel centro di San Martino, un piccolo paese dove si stava svolgendo una processione.

Gli aggressori sono un operaio di 19 anni, Matteo Gorelli, studente di Cerreto Guidi, e tre minorenni: due operai di 17 anni della provincia di Firenze, che lavorano in un bar e in una pescheria,e una ragazzina di 16 anni, fiorentina, studentessa, che risiedono a Lastra a Signa, Vinci e Capraia. I quattro erano diretti a un rave party in un terreno privato di Sorano al quale stavano partecipando 600 ragazzi arrivati da tutta Italia. Quando sono stati fermati, pare per eccesso di velocità e guida in stato di ebrezza, hanno mostrato senza troppo discutere i documenti ai carabinieri e prima di aggredirli hanno aspettato che i due militari scrivessero il verbale e dunque non potessero difendersi. Santarelli è stato raggiunto alla testa con almeno dieci colpi e il paletto si è spezzato in due. Nonostante fosse stramazzato a terra, i giovani hanno continuato a colpirlo. Marino ha tentato una reazione ma è stato raggiunto al volto e alla testa dai colpi di due dei quattro giovani: rischia di perdere l’occhio destro.

”Matteo ha perso la testa e noi non abbiamo saputo controllarci. Abbiamo perso la testa”, hanno detto ai carabinieri i giovani arrestati con l’accusa di tentato omicidio. E’ stato l’esito positivo delle due prove con l’alcoltest fatto al loro amico conducente a scatenare l’ira dei giovani.

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