D’Angiolella: “La candidatura di Colombiano non fu scelta collegiale”

di Pina Vitolo

Francesco D’AngiolellaSAN MARCELLINO. “La cosa più stupida è cercare di apparire quello che uno non è, così come il signor Cantile non è corretto nel sostenere che Colombiano è stato indicato quale candidato a sindaco dai vecchi e dai nuovi della ‘Bilancia’”.

Così l’ex capogruppo della ‘Bilancia’, Francesco D’Angiolella, in merito alle dichiarazioni di Ettore Cantile, il quale, non volendo più replicare a quelle che ritiene “strumentalizzazioni politiche” di D’Angiolella e Cacciapuoti, ha spiegato qualche giorno fa che la scelta di Colombiano come candidato a sindaco è stata omogenea e, ormai, non c’è più spazio per D’Angiolella.

“L’indicazione – continua l’ex capogruppo – fu fatta soltanto in ‘Liberamente’ dopo l’elezione del 2006 tra Cantile (che pretendeva l’allontanamento dal dottor Bocchino), Colombiano (che prometteva anche soltanto il suo voto contro Bocchino), Michele Di Martino (con la giustificazione del primo eletto) e Granata (che sosteneva la validità di un candidato facoltoso) per fare così un nuovo progetto politico. Gli altri vecchi e nuovi della ‘Bilancia’, invece, gradirono la proposta di ricandidatura a sindaco di Bocchino, fatta ad Aversa tra i consiglieri della ‘Bilancia’, compreso l’aspirante Bruno Fabozzi e non presenti Colombiano e Granata”. “Questa scelta – spiega D’Angiolella – fu fatta con l’intento di unire la ‘Bilancia’, col veto a ricandidare Cantile, non riconoscendo Colombiano idoneo e capace per il ruolo ambito. Non sono dicerie, ma voci reali che il dottor Bocchino ed altri hanno propagandato pubblicamente fino a poco tempo fa. Nessuno può smentire”.

“Dopo le elezioni provinciali del 2010 – sottolinea l’ex capogruppo – anche se la lista ‘Liberamente’ non era mai nata e perdurando le velleità del silenzioso candidato Colombiano, che chiedeva anche il soccorso del già candidato provinciale Luigi Vitolo, lo sfiduciato Bocchino, pubblicamente, invitava ad individuare un candidato sindaco meritevole e capace con una scelta condivisa, non esclusa una candidatura rionale per sconfiggere anche la politica degli ‘altri mezzi’. Poi, dopo nuovi convincimenti o forse per altre motivazioni politiche personali, veniva consentito a Colombiano di prospettare accomodamenti di cariche istituzionali future, pur di confermarlo candidato sindaco”. “Bocchino – ribadisce D’Angiolella – si opponeva, a nome di tutti, anche alla mia proposta per le primarie utili alla democratica e libera scelta del candidato sindaco nell’unione ‘Liberamente-Bilancia’”.

“Danno fastidio i bigotti ed i bugiardi, – incalza l’ex capogruppo – vanno combattuti in primis insieme ai ‘giostrai’ che non riescono a distinguere neanche i tantissimi voti di opinione in campo. Diventa ridicolo colui che gira per i campi, anziché dare risposte alle precise accuse indirizzategli. Questo è segno di insipienza politica oltre che di debolezza. Probabilmente è anche il peso degli anni a togliere la lucidità mentale. Che credibilità può avere un amministratore che impone la settima carica di assessore? Forse per non bivaccare sulle spalle di qualcuno. Che ‘credo’ può avere chi passa per tutte le sigle di partiti politici?”.

“Solo lui – conclude D’Angiolella – si convince che la politica si trasforma ogni giorno ed ogni ora. La vera politica non deve avere spazi per costoro. Ma chi è intento, nella sua militanza, a collezionare schede prepagate Telecom non potrà mai avvertite la nobiltà della vera politica. Con espresso invito, a chi è arlecchinescamente solo intento a conquistare teatrali e mutevoli posizioni pseudo-culturali e poco politiche a non disturbare chi è responsabilmente e passionalmente impegnato in politica, fatta salva la disponibilità assoluta per cose serie”.

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