Colombiano: “D’Angiolella non ci interessa, basta proclami”

di Pina Vitolo

Anacleto ColombianoSAN MARCELLINO. “Lo ripeto ancora una volta: Francesco D’Angiolella non fa parte del mio progetto politico, non mi è mai interessato, non è stato mai invitato, quindi non capisco il suo atteggiamento e i suoi proclami. Forse, ha l’obiettivo di una pubblicità gratuita”.

Così il candidato a sindaco dell’Ancora, Anacleto Colombiano, in merito alle dichiarazioni della scorsa settimana dell’ex consigliere della Bilancia, il quale ha sostenuto che la scelta di candidarlo a sindaco non è stata collegiale. “Deve ricordare che ha perso le elezioni, – continua Colombiano – ed io con lui. Siccome la volta scorsa la sua partecipazione alle elezioni fu un’affacciata alla finestra, ora farebbe bene a candidarsi, a portare avanti quanto dichiarato fino ad oggi, a fare una lista o a scegliere un’altra soluzione, come candidato a consigliere comunale per esempio, così metterebbe per la prima volta in mostra la sua forza elettorale e, nello stesso tempo, zittirebbe quanti hanno sempre detto che lui non ha mai avuto la forza politica di essere eletto”.

In merito alla dichiarazione di qualche giorno fa del candidato a sindaco de “La Rosa”, Cacciapuoti, il quale sosteneva che quelli dell’Ancora erano da “rottamare”, Colombiano replica: “Rottamare significa qualcosa che già è servito, che è fuori uso, ma loro quando sono stati in uso? Di cosa parlano? Chi sono? Con quale coraggio dopo la disfatta del maggio 2006, oltre a dire di Tizio e di Caio, di fare vignette che non fanno più ridere, si affacciano ancora al balcone della politica di San Marcellino?”.

“Non ho mai rinnegato il passato, nessuno politicamente mi ha mai regalato niente. – spiega Colombiano – Ho ricoperto la carica di assessore e vicesindaco varie volte, sempre con onorabilità. Sono stato tra i primi eletti, non mi è mai stata tolta la delega di assessore o altro incarico istituzionale per mancanza di fiducia o altro. Ho avuto sempre fiducia da chi mi ha dato fiducia, ho svolto il mio compito sempre ed esclusivamente nel rispetto dei ruoli, delle regole istituzionali, non ho mai tradito la mia squadra, non ho mai avuto un vantaggio da quello che ho fatto, non ho mai cambiato casacca per opportunità politica. Invece – continua il leader dell’Ancora – pur di avere una candidatura alle provinciali di qualche anno fa, D’Angiolella si presentò nelle fila del partito socialista. Questa è la coerenza che professa il professore”.

In merito alla candidatura a sindaco del professor Bruno Fabozzi del 2006, Colombiano commenta: “Fabozzi è uomo di notevoli capacità, che sicuramente ci avrebbe rappresentato con grande dignità, professionalità e capacità. Pertanto, la sua presenza al mio fianco oggi mi inorgoglisce: il suo bagaglio di esperienza, la sua notevole saggezza politica, sono per me motivo di arricchimento umano e culturale. Il professor Fabozzi da grande uomo di squadra fece un passo indietro, così da candidato a sindaco diventò candidato a consigliere comunale, per il bene del gruppo”.

“D’Angiolella – ritiene Colombiano – avrebbe dovuto prendere esempio. Gli fu data un’opportunità unica, cioè quella di guidare un gruppo all’interno del quale vi erano personaggi come il compianto Luciano Dongiacomo e Luigi Bocchino, persone che hanno fatto storia nel nostro paese. Ricordo che questa opportunità gli fu data nonostante fosse già alla corte dell’avvocato Pasquale Carbone, al quale D’Angiolella aveva chiesto l’appoggio e la garanzia dell’elezione a consigliere comunale, cosa che gli fu negata da Carbone. Non gli andava bene nessun candidato a sindaco al di fuori di se stesso. E’ stato, credo, nella storia della Repubblica italiana, l’unico assessore comunale con delega al bilancio a votare contro il suo bilancio comunale, senza poi dimettersi. Parla proprio lui di coerenza e attaccamento alla poltrona”.

“Non ci pensò due volte a fare ‘il salto della quaglia’, – puntualizza Colombiano – accettò la poltrona di candidato a sindaco, gli fu offerta anche grazie al sottoscritto, e non perché persona più capace, più rappresentativa, più esperta, protettore di chi o che cosa. Semplicemente perché attraverso il suo nome, il gruppo trovò l’intesa per non dividersi, cosa che pagammo a caro prezzo, perdendo le elezioni, essendo lui il candidato sindaco, non amato e apprezzato dai cittadini di San Marcellino”.

“Penso che sia ora di finirla con questi proclami da ‘superman’ della politica, – incalza il candidato sindaco – è giunta l’ora di mettere in atto le capacità tanto decantate. Io non devo dimostrare nulla a D’Angiolella (lui lo sa bene) o ad altri due o tre galletti che si ergono a paladini del popolo. Il giudizio di queste persone non interessa né a me né ai nostri concittadini, i quali sanno bene cosa fare alle prossime elezioni amministrative, come già dimostrato precedentemente nel 1997, nel 2001 e nel 2006, dando la più ampia fiducia al sottoscritto da consigliere comunale”.

“Ancora una volta – sottolinea Colombiano – in questa prima fase di campagna elettorale, moltissimi mi supportano, mi incitano, mi aiutano, mi invitano ad andare avanti come candidato sindaco del nuovo progetto politico, l’Ancora. I cittadini di San Marcellino sono intelligenti, preparati, propositivi, capaci, ma soprattutto sono stufi di sentire chiacchiere e solo ‘blà’…‘blà’…‘blà’…,vogliono sicurezze, fatti, serietà, professionalità, idee, vogliono un taglio con il ‘cretino’ di turno che fa solo esclusivamente proclami senza aver mai lasciato, nonostante tanti anni in politica, un solo ricordo incisivo e significativo”.

“Il confronto – conclude il candidato a sindaco – lo si fa con gli elettori tutti i giorni, il popolo sovrano giudica l’operato, le capacità ed ogni altro. E’ con loro che ci si confronta. Sicuramente sapranno fare in modo che i chiacchieroni all’indomani delle elezioni amministrative prossime non siederanno più abusivamente negli scranni del consiglio comunale, a fare tra l’altro solo fumo e niente arrosto”.

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