Falco: “ll Policlinico deve andare avanti. Istituirò Assessorato ad hoc”

di Redazione

 CASERTA. “Sono trascorsi dei mesi da quando l’associazione Sei Caserta, alla presenza di varie istituzioni regionali, provinciali e nazionali, organizzò un convegno sul Policlinico per fare il punto della situazione. Purtroppo nulla ancora è cambiato”.

Il candidato sindaco Luigi Falco, già primo cittadino della città di Caserta, interviene sulla questione del Policlinico.

Ma qual è il vero problema? Intanto, un po’ di storia. La prima pietra fu posata, durante la mia Amministrazione, il 4 febbraio 2005. Non fu semplice perché incontrammo l’opposizione bassoliniana che cercava in tutti i modi di far ritardare i lavori, forse perché voleva cedere il Policlinico a Salerno. Ma con grande forza difendemmo il territorio e convocammo un tavolo per riprendere le trattative. E quando finalmente fu messa la prima pietra bisognava fare una serie di cose che non sono state fatte. Ogni ente sottoscrittore l’accordo di programma doveva nominare il proprio responsabile. Tutti i rappresentanti dovevano impegnarsi per la realizzazione di un’opera di grosso impegno finanziario e tecnologico. Il soggetto responsabile dell’accordo di programma, cioè la Regione aveva compiti specifici. Tra i tanti, garantire il monitoraggio semestrale sullo stato di attuazione dell’accordo trasmettendo ai sei firmatari le schede di monitoraggio relative a ciascun intervento. Tutto ciò non c’è stato. Il Rettorato aveva il compito di pianificare il processo operativo per la realizzazione dell’opera, di monitorare il rispetto degli impegni assunti dai sottoscrittori dell’accordo, di compilare la scheda di monitoraggio e trasmetterla al responsabile con l’indicazione di criticità e proposte correttive. I responsabili del procedimento dovevano segnalare al responsabile d’intervento i ritardi o gli impedimenti tecnico amministrativi di ostacolo alla regolare attuazione dell’intervento esplicitando i correttivi assunti. La durata dell’accordo era prevista fino all’attivazione dell’opera e alla disattivazione dei corrispondenti posti letto esistenti nell’attuale policlinico di Napoli e comunque non oltre otto anni dalla data della stipula dello stesso. Ad oggi l’accordo risulta scaduto.

Cosa non ha funzionato? Non ha funzionato la politica. Perché avrebbe dovuto richiamare continuamente alle proprie responsabilità ciascuno degli attori. Non dimentichiamo che l’assessorato all’ambiente della Regione Campania esprimeva il 3/04/2003 parere favorevole di compatibilità ambientale con la prescrizione di delocalizzazione dei cementifici e cessazione delle attività estrattive, con ovvio ripristino ambientale delle cave. Tutto questo è stato espresso anche tenendo conto dell’impegno sottoscritto dal Comune di Caserta relativamente alla delocalizzazione delle attività estrattive e produttive, in assenza del quale lo stesso parere non sarebbe stato favorevole data la pericolosità o per la presenza di attività estrattive e cementifici. Ciò avrebbe risolto il problema delle cave, del Policlinico ma fino adesso è tutto fermo. Anche le opere a carico del comune riguardanti le infrastrutture sono ferme, dopo la realizzazione dello svincolo alla variante Anas, dal 2005 non abbiamo più notizia della metropolitana con relativa fermata al Policlinico, della nuova stazione ferroviaria, della viabilità di collegamento alla struttura indispensabile per il vasto bacino di utenza di un Policlinico.

Se tornerà alla carica di sindaco riprenderà la questione Policlinico? Con la stessa energia di prima e indipendentemente dai ruoli che competono al Comune, alla Provincia, alla Regione, al Rettorato, saremo parte attiva e propositiva in quanto si tratta di un bene la cui ricaduta economica maggiore spetta a Caserta. La prima cosa che farei è la nomina di un Assessorato al Policlinico, ritenendo che in questo momento è la più importante opera pubblica per la città. Essa rappresenterebbe Caserta, non solo in un firmamento nazionale dal punto di vista scientifico ma, anche dal punto di vista di una realizzazione di un’opera moderna, la quale sarà vetrina di sé stessa per come è stata concepita. Contemporaneamente, questa consentirà a bonificare una vasta area intorno, con la delocalizzazione di cementifici, cave e bonifica delle stesse, con ritorno di recupero dell’intera area Uttaro. Nel giro di un decennio la città potrebbe avere, non solo una vasta area completamente recuperata asservita a funzioni nobili, come quella dell’assistenza sanitaria ma anche risolto problemi atavici quali la discarica, cave,cementifici. E potrà dare risposte in termini di maggiore modernità. Il rapporto con l’Ospedale si è già consolidato quindi nessun dualismo. Il Policlinico per la ricerca, l’Ospedale per l’emergenza.

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