Piano Casa, la maggioranza “recupera” l’Udc

di Livia Fattore

Giuseppe MattielloAVERSA. Giunge finalmente, oggi, in aula consiliare il piano casa regionale e la maggioranza propone, questa volta, l’applicazione delle liberalizzazioni ammesse dalla nuova normativa regionale, in pratica, a tutto il territorio cittadino, ad eccezione del centro storico.

Sull’argomento da registrare il punto sulla situazione da parte dell’assessore all’urbanistica Giuseppe Mattiello. “La Legge Regionale 1/2011 introduce una vera e propria liberalizzazione a tempo determinato nel settore dell’edilizia, consentendo tout court una trasformazione urbanistica senza precedenti. Tutto questo in deroga alla pianificazione comunale, dando per intero l’iniziativa alla proprietà fondiaria, lasciando le amministrazioni comunali, cui pure la Costituzione e le leggi conferiscono il potere di disciplinare l’uso del suolo, spettatori impotenti”.

Insomma, per Mattiello l’ente locale perde parte dei suoi poteri nel settore e l’esponente del Gua ne spiega anche i motivi: “Il perché di una liberalizzazione tanto spinta nel settore urbanistico è da cercare, da un lato nel tentativo di contrastare la crisi economica, migliorare la qualità urbana e dare risposta ai bisogni abitativi delle famiglie in condizioni di particolare disagio economico e sociale, dall’altro, probabilmente, per creare i presupposti per spendere i 2 milioni di euro, entro il 2013, di fondi comunitari stanziati per la riqualificazione dell’armatura urbana regionale”.

Perché, allora, escludere il centro storico? “Nella nostra città – risponde Mattiello – la prima vittima illustre della deregulation sarebbe il Piano di Recupero del Centro storico che ha il merito di aver affidato saldamente alla mano pubblica la regia del recupero nel nostro tessuto urbano di pregio storico. Inoltre, qualora liberalizzassimo senza restrizioni il Piano Casa, avremmo un incremento di nuovi carichi insediativi abitativi sul nostro territorio già sofferente e congestionato, a discapito degli standard, del verde, degli spazi e attrezzature pubbliche. E’ pur vero, però, che, mentre nelle altre realtà nazionali ed europee si sono adottati modelli di sviluppo di grande respiro lasciando all’iniziativa dei privati il compito di innovare e rinnovare, pur nel rispetto della salvaguardia del paesaggio, del patrimonio edilizio di pregio esistente, oltre che nel rispetto delle identità territoriali, sia culturali che sociali, nelle nostre aree i ‘quartieri abusivi’ hanno rappresentato la più determinante trasformazione edilizia”.

Cosa fare davanti a questo panorama? “Questo ci impone di riflettere sulla opportunità di dare mere regole restrittive e lasciare un po’ più di respiro alla iniziativa privata sotto il controllo attento del Consiglio Comunale per innovare e rinnovare il nostro patrimonio edilizio con chiare regole di attuazione. Vietare non basta, occorre che la politica si assuma la responsabilità di compiere scelte, a cui devono seguire strategie d’intervento mirate all’attuazione concreta delle decisioni prese. Rispetto a simili considerazioni, per certi versi contrastanti, la richiesta comune degli ordini professionali, delle istituzioni universitarie , delle associazioni e di molte forze politiche anche della opposizione, emersa nella serie di incontri avutisi nei giorni scorsi, è quella di correggere il tiro”.

In che maniera tutto questo è possibile? “Restituendo all’Amministrazione Comunale il ruolo di programmazione territoriale, per mediare tra l’interesse pubblico e quello privato”, escludendo dall’applicazione del comma 5 dell’articolo 7, tutto il territorio comunale e “Consentendo, l’attuazione delle previsioni contenute negli articoli 4 e 5 su tutto il territorio comunale, fatto salvo la esclusione del centro storico per metterlo al sicuro da una disordinata e indiscriminata azione di intervento sull’edificato senza idonea programmazione delle infrastrutture a standard già attualmente sottodimensionate in tale area”.

Per la cronaca, nella seduta di preconsiglio, la maggioranza ha dovuto recuperare l’Udc che voleva inglobare nelle liberalizzazioni offerte dalla legge regionale anche il centro storico. Impresa che sembrerebbe essere riuscita, per cui la coalizione dovrebbe presentarsi allineata e coperta.

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