Ptcp, stop all’espansione edilizia

di Antonio Taglialatela

Provincia di Caserta GRICIGNANO. Un piano per bloccare la cementificazione selvaggia sui territori agricoli e riqualificare i centri storici e le aree degradate, tracciando una “linea” tra le province di Caserta e Napoli …

… al fine di evitare “l’invasione” di quest’ultima sui territori di Terra di Lavoro e in particolare dell’agro aversano dove vi è una quasi totale assenza di aree verdi e servizi. E’, in sintesi, l’obiettivo del Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale), di recente approvato dalla Provincia di Caserta e in attesa dell’ok della Regione Campania. Uno strumento sovra comunale rispetto ai Puc (Piani urbanistici comunali, ex Prg), al quale gli stessi piani comunali devono sottostare.

STOP AD ESPANSIONE DEL NAPOLETANO. Si vuole porre un argine alla periferizzazione della provincia di Caserta sotto la spinta dell’area napoletana, limitando l’espansione dell’aversano dove si concentreranno invece interventi di riqualificazione del tessuto urbano; favorire il consolidamento dell’ambito urbano di Caserta; rafforzare le aree interne favorendo la loro riqualificazione soprattutto nei settori delle produzioni agricole e del turismo; mettere mano ad un radicale processo di risanamento dell’area costiera.

TERRITORIO INSEDIATO E RURALE. Il territorio comunale, recita il piano, va diviso in due grandi insiemi: il territorio insediato e il territorio rurale. Nel primo vanno localizzate tutte le funzioni urbane fisicamente necessarie per la riqualificazione ed, eccezionalmente, l’espansione dell’edilizia. Nel territorio rurale possono essere localizzate solo le attività agricole e produttive oggi esistenti (estrazione, impianti, attrezzature) per le quali, comunque, la provincia detta specifici criteri di riqualificazione.

STOP EDIFICAZIONE SU TERRITORI AGRICOLI. In ogni caso, sul territorio agricolo, l’edificabilità è riservata esclusivamente alle aziende e all’imprenditore agricolo, ed è legata al rispetto di superfici colturali minime indicate in apposite tabelle in normativa. L’edificabilità è ridotta alle aree a prevalente valore paesaggistico ed è inibita in quelle a più elevata naturalità e complementare alla città. Qualunque nuovo impegno di suolo è consentito esclusivamente a condizione che si dimostri l’impossibilità assoluta di soddisfare le nuove esigenze all’interno del territorio già urbanizzato e insediato, e non può in nessun caso interessare territori e beni gravati da usi civici. In ogni caso, il nuovo insediamento deve essere in continuità con il tessuto urbano esistente.

RIQUALIFICAZIONE “AREE NEGATE”. Tutta l’eventuale nuova edificazione prevista nei Puc deve farsi carico della riqualificazione delle aree “negate” e della realizzazione delle aree destinate ad ospitare standard urbanistici nuovi e di quota parte di quelli pregressi.

I PUC. I piani comunali devono individuare i tessuti storici urbani in conformità con gli elaborati del piano provinciale e disciplinare le forme di tutela diretta ed indiretta degli immobili di interesse storico-artistico-architettonico, nonché dei complessi urbani comprensivi degli spazi scoperti, piazze innanzitutto, e delle tradizioni storico-culturali.

ABUSIVISMO. Nei Puc, inoltre, devono essere previsti interventi finalizzati alla repressione e al recupero degli insediamenti abusivi. A Gricignano, considerando il Prg approvato nel periodo tra il 1984 e il 2004, la percentuale di superficie cresciuta abusivamente è pari a circa il 4%; un dato “positivo” se si considerano altri paesi che hanno superato la soglia del 35%, e parliamo di dati considerati “sottostimati”. Il Comune più virtuoso della provincia, in tal senso, risulta Carinaro con lo 0,9%.

AREE INDUSTRIALI “ASI”. Per quanto riguarda le nuove attività produttive eventualmente previste dai Puc, queste devono essere coerenti con uno specifico studio (contenente un censimento delle aree disponibili e l’analisi del fabbisogno) che ne dimostri la necessità. La localizzazione di nuove aree produttive deve essere definita tramite intese su base svoracomunale e deve utilizzare gli spazi già urbanizzati all’interno dei nuclei industriali del Consorzio Asi. Non a caso, nella relazione del Ptcp si cita l’area industriale di Aversa Nord (Gricignano in gran parte, oltre a Carinaro e Teverola) la quale, per circa la metà, è completamente libera da insediamenti. Nel complesso, addirittura solo il 31% della superficie delle 16 aree Asi del casertano ospita attualmente insediamenti industriali. Tra l’altro non possono essere previsti ulteriori spazi per la grande distribuzione commerciale.

“CINTURE VERDI”. Nei principali sistemi insediativi devono essere individuate nei Puc “cinture verdi” per evitare la saldatura tra i centri abitati e per mitigarne gli effetti. L’uso del suolo di tali cinture verdi rimane a tutti gli effetti agricolo, oppure dedicato ad attività di fruizione della natura, di gioco e sport all’aria aperta, nonché a parco agricolo urbano, come previsto dalla legge regionale 17/2003, in ogni caso evitando nuova edificazione.

DIMENSIONAMENTO PUC. Per il dimensionamento di ciascun Puc si assume, in prima battuta, la quota parte del numero di alloggi previsti al 2022 nel rispettivo ambito, proporzionale al peso demografico del Comune. Il dato può essere corretto in funzione dell’andamento demografico, del tasso di utilizzazione degli alloggi, del numero medio di componenti familiari e del livello di accessibilità ferroviaria. Il dimensionamento complessivo è deciso in sede di accordo di pianificazione promosso dal Comune interessato con la partecipazione della provincia, della regione e delle altre amministrazioni competenti.

CONCLUSIONI.A Gricignano, dove sono state approvate lo scorso anno solo le linee guida del Puc, con l’adozione del Ptcp le stesse linee guida non hanno quindi più valore, poiché il piano comunalenon è stato adottato e non vi è l’applicazione delle norme di salvaguardia. Di conseguenza, la prossima amministrazione comunale, nella redazione del Puc, dovrà riformulare le linee guida attenendosi alle indicazioni del piano provinciale che prevede, nel concreto, il divieto di espansione su nuove aree. Dunque, quanto previsto dallo studio di fattibilità commissionato nel 2007 dalla decaduta amministrazionecomunale (nuovi vani per accogliere un previsto incremento di 2mila nuovi abitanti, distribuiti per il 40% in zone Peep e per la restante parte in zone di completamento B e “modeste” zone C) dovrà trovare una nuova collocazione, ossia all’interno del perimetro urbano esistente, recuperando aree “negate”, senza sprecare aree agricole destinate alla tutela paesaggistico-ambientale del territorio.

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