Addio a Peppino Fasano

di Gennaro Pacilio

Giuseppe Dello MargioGRICIGNANO. Rendiamo omaggio ad una persona semplice, umile ma con un amore verso la vita che lo ha aiutato a condurre una lunga battaglia contro una malattia che lo affliggeva da oltre trent’anni.

Stiamo parlando di Giuseppe Dello Margio, da tutti conosciuto in paese con il soprannome di “Peppino Fasano”, oggi ritornato alla Casa del Padre. Un gricignanese doc, di quelli che ormai ne restano davvero pochi nella nostra comunità. Tutti lo ricordano per la sua attività di giardiniere all’interno del cimitero. In quegli anni (1970/80) il luogo sacro di Gricignano sembrava davvero un giardino, un parco con tanti fiori che Peppino curava con grande passione come se fosse il cortile di casa propria.

Nei giorni dedicati ai defunti la gente che si recava dai cari estinti non mancava di esprimere la propria soddisfazione per l’eccellente cura di tutti gli spazi, a cominciare dai prati colmi di fiori che Peppino si preoccupava di far giungere a Gricignano dai migliori floricoltori italiani. E in quella valle di lacrime rappresentata dal cimitero spuntava un sorriso sul viso dei visitatori. Prima aveva lavorato come carpentiere in ferro e ricercato da tutti gli imprenditori.

Ma Peppino è stato anche un personaggio impegnato nelle attività locali, sempre pronto a mettersi in gioco per migliorare le cose all’interno della comunità. E’ stato sostenitore assiduo di alcuni sindaci del passato con grande partecipazione ed emotività che lo portavano spesso ad avere discussioni con i compaesani soprattutto a causa della sua schiettezza. Alcuni ricordano quando è riuscito ad organizzare una Festa in onore di Sant’Andrea Apostolo, praticamente da solo contro tutti.

Agli inizi degli anni ‘80 la malattia che lo ha costretto a ritirarsi nella propria casa di Corso Umberto, in pieno centro cittadino, meta, in tutti questi anni, di tanti amici e conoscenti che lo andavano a trovare per scambiare quattro chiacchiere, mai banali. Lui si teneva informato leggendo quotidianamente il suo giornale, di cui non poteva fare assolutamente a meno. Quando andavo a casa sua lo trovavo sempre a leggere un quotidiano, gli piaceva discutere e commentare le notizie di giornata ed era un piacere ascoltarlo. Per più di trent’anni ha vinto con forza le sue battaglie contro la sorte avversa. Oggi, all’età di 87 anni, non ce l’ha fatta più, ha dovuto mollare, non senza aver resistito strenuamente.

Alla moglie Concetta, ai figli Rosa, Maddalena, Vincenzo e Assunta, che lo hanno accudito fino all’ultimo respiro, resta il ricordo di un uomo giusto che ha vissuto onestamente.

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