Uccisa dall’amante del marito: trovato il corpo della casalinga torinese

di Redazione

Marina PatritiTORINO. Il corpo di Marina Patriti, la casalinga di Bruino scomparsa lo scorso febbraio, è stato ritrovato domenica sera a Sant’Ambrogio di Susa.

Per l’omicidio sono in carcere, da venerdì scorso,Maria Teresa Crivellari, conosciuta come “Antonella”, ex amante del marito della vittima, e due suoi complici, Angelo Chiappetta e Calogero Pasqualino. Nella mattinata è stato arrestato anche Alessandro Manella, 20 anni, figlio della Crivellari. Tra gli elementi a carico di Marella ci sarebbero sia le parziali ammissioni rese negli interrogatori al gip di Pinerolo dai suoi amici Andrea Chiappetta e Calogero Pasqualino,sia alcune conversazioni telefoniche intercettate durante le indagini tra Marella e la Crivellari. Dai colloqui si evincerebbe, tra l’altro, che madre e figlio si sarebbero accordati su “una falsa versione di comodo” da fornire agli inquirenti che li avevano convocati per ascoltarli in merito alla scomparsa di Marina Patriti e ai loro spostamenti del 18 febbraio, giorno in cui si persero le tracce di Marina.

Dopo l’arresto dei primi tre e i conseguenti interrogatori, era subito apparso chiaro che Marina Patriti fosse morta, ma mancava il cadavere. “Era il finale che temevamo – dice il fratello della vittima, Giovanni, raggiunto telefonicamente – anzi, poteva anche finire peggio: almeno così abbiamo un corpo su cui piangere e a cui dare una degna sepoltura”.

I resti della casalinga sono stati trovati seppelliti nella terra sotto un marciapiede in cemento di recente posa quasi davanti all’uscio della casa di Maria Teresa Crivellari, vicino al centro di Sant’Ambrogio, dove la donna ora in carcere viveva con uno dei suoi figli. I due suoi complici si sarebbero accontentati di 2500 euro complessivi per uccidere e fare sparire il corpo della vittima, seppellita approfittando dei lavori di ristrutturazione della casa si Sant’Ambrogio.

La procura di Pinerolo e i carabinieri del comando provinciale di Torino ipotizzano che la vittima, dopo essere stata pedinata e aggredita, sia stata poi portata nell’abitazione della Crivellari. Qui sarebbe stata narcotizzata e quindi uccisa, con molta probabilità il giorno stesso del sequestro.

Sarebbe la gelosia e la ”morbosa relazione” che l’ex amante aveva con Giacomo Bellorio il movente dell’omicidio di Marina Patriti. La Crivellari, che aveva avuto con Bellorio una relazione di un anno e mezzo, avrebbe infatti visto nella Patriti una rivale, dopo la riconciliazione tra i due coniugi nel dicembre 2009, e il principale impedimento al proseguimento della sua relazione con Bellorio. Una ricostruzione che, per i giudici, “è resa verisimile dal carattere certamente spregiudicato manifestato dalla stessa indagata che, in passato, aveva tentato di far naufragare il rapporto tra la Patriti e Bellorio”, sia cercando di influenzare la Patriti, per dissuaderla dal riappacificarsi con il marito, sia simulando un’inesistente relazione extraconiugale della Patriti con un altro uomo, esibendo delle fotografie che l’avrebbero ritratta in atteggiamenti affettuosi con un presunto amante (rivelatesi in realtà immagini che non provavano nulla, anche perché l’ipotesi di una relazione della Patriti è stata smentita dagli accertamenti dei carabinieri che hanno vagliato tutte le ipotesi possibili, compresa quella dell’allontanamento volontario.

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