Berlusconi riunisce i vertici del Pdl. E Fini prende altri due deputati

di Redazione

Fini e BerlusconiROMA. Vertice in mattinata a Palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi, per preparare la riunione della direzione nazionale del Pdl in programma giovedì, ma anche peraffrontare la situazione dellamaggioranza e del governo.

Presenti, oltre al premier, i ministri Ignazio La Russa, Franco Frattini, Renato Brunetta, Altero Matteoli, Maria Stella Gelmini, Raffaele Fitto,insieme a Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri, Gaetano Quagliariello, Paolo Bonaiuti e Denis Verdini.

ALTRI DUE DEPUTATI CON FINI. Nel frattempo altri due deputati lasciano il Pdl per aderireal partito di Gianfranco Fini,”Futuro e Libertà”. Si tratta di Daniele Toto e Roberto Rosso. Li hanno presentati Italo Bocchino e Adolfo Urso nella sede della fondazione Farefuturo. Bocchino ha sottolineato che con questo ingresso il gruppo “ne guadagna in termini non solo parlamentari ma anche di radicamento” fornendo così ulteriori basi per la crescita del “partito-movimento che andiamo a costituire”.

BOCCHINO: “SAREMO SEMPRE DI PIU'”. “Oggi siamo 37 – ha sottolineato Italo Bocchino – e la prossima settimana saremo di più”. Quanto alle presunte divisioni esistenti tra i finiani, ha rilevato: Le divisioni nel Fli le vede soltanto Berlusconi…”. “Il nostro dovere – ha detto ancora – non è staccare la spina ma chiedere a Berlusconi di governare, se si aspetta che lo facciamo per poi aprire una campagna elettorale facendo la vittima si sbaglia di grosso”. “Noi siamo prontissimi ad andare avanti – ha concluso – per noi lo scenario principale è portare la legislatura fino all’ultimo giorno, ma se Berlusconi getta la spugna perchè non è in condizioni di governare si aprono nuovi scenari, come prevede la Costituzione”.

“NON HO MAI CACCIATO FINI, SI E’ AUTOESCLUSO”. Intanto, emergono altre anticipazione delle dichiarazioni di Berlusconi contenute nell’ultimo libro di Bruno Vespa. Alla domanda se sia ipotizzabile in futuro una nuova alleanza con Gianfranco Fini, Berlusconi sostiene che il presidente della Camera si è “autoescluso” e che è stata una scissione “preparata da tempo”. “C’è sempre la speranza – aggiunge il presidente del Consiglio – che tutti gli elettori del centrodestra possano ritornare sotto un’unica bandiera per un vero cambiamento del Paese. Capisco che i parlamentari del nuovo gruppo si siano sentiti in dovere di seguire Fini che li aveva indicati personalmente nelle liste elettorali. Ma in loro esiste anche la consapevolezza di un dovere di lealtà nei confronti degli elettori che li hanno votati sotto il simbolo del Popolo della Libertà, un simbolo in cui compariva il nome di Berlusconi come candidato presidente. Anche recentemente alcuni di loro mi hanno confermato la loro lealtà: Stiamo con Gianfranco, ma mai contro Silvio”.

Poi sottolinea: “Il Popolo della Libertà, lo ripeto per l’ennesima volta, non ha mai messo nessuno alla porta, ma ha subito una scissione che evidentemente era stata preparata da tempo e aspettava soltanto un pretesto per consumarsi. Dunque, non si tratta di un’espulsione, bensì di un’autoesclusione”. E ribadisce: “Fini non è mai stato cacciato. – sostiene il premier – Il dispositivo della riunione spiega tutto. Noi parlavamo di Fini come presidente della Camera e non come componente del partito. L’unico elemento concreto di quel documento fu il deferimento ai probiviri dei tre elementi più oltranzisti nell’azione critica nei confronti del governo. In ogni caso, quando una maggioranza nomina il presidente della Camera o del Senato, si aspetta, come minino, che essi condividano il programma legislativo che questa maggioranza e il suo governo presentano nella Camera di loro competenza”.

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