Scioglimento, ecco le motivazioni e la relazione della Prefettura

di Redazione

Roberto MaroniGRICIGNANO. Ecco le motivazioni dello scioglimento del Consiglio comunale di Gricignano, da noi già anticipate in parte nei giorni scorsi.

Si riporta la proposta firmata dal ministro degli Interni, Roberto Maroni, approvata dal Consiglio dei Ministri e contenuta nel decreto di scioglimento firmato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Inoltre, più sotto, si riporta la relazione completa (scaricabile in 10 pagine) della Prefettura di Caserta prodotta dal lavoro della commissione d’accesso che ha operato dal novembre 2009 all’aprile 2010 presso il Comune.

PREMESSA. Il comune di Gricignano di Aversa (Caserta), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative del 28 e 29 maggio 2006, presenta forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità degli organi elettivi, il buon andamento dell’amministrazione ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio per lo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica. A seguito di attività giudiziarie ed investigative, che hanno evidenziato situazioni di diffusa illegalità riconducibili a forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nei confronti degli amministratori dell’ente, il Prefetto di Caserta ha disposto l’accesso presso il suddetto comune (ai sensi dell’articolo 1, comma 4, del decreto legge 6 settembre 1982, n. 629, convertito dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726) per gli accertamenti di rito. All’esito degli accertamenti effettuati, la commissione incaricata dell’accesso ha depositato le proprie conclusioni, sulle cui risultanze il Prefetto di Caserta, sentito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli – Direzione distrettuale Antimafia, ha redatto la relazione in data 9 giugno 2010, che costituisce parte integrante della presente proposta, in cui si dà atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per lo scioglimento del consiglio comunale.

CAMORRA E PENTITI. La relazione prefettizia mette in evidenza come una consorteria riconducibile ad una locale famiglia malavitosa, legata alla criminalità organizzata, ha sviluppato nell’area del comune di Gricignano di Aversa un capillare controllo del territorio, assoggettandolo alla propria egemonia. In tale contesto assume rilevanza il ruolo svolto dall’attuale consiliatura insediatasi a seguito delle consultazioni elettorali tenutesi nella tornata primaverile del 2006, che hanno visto la conferma del sindaco uscente ed una composizione di Giunta e Consiglio pressoché invariata rispetto a quella delle precedenti elezioni. Particolare significato assume la figura del primo cittadino, destinatario nel mese di settembre 2009 di un mandato di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli nell’ambito del procedimento penale per i reati di cui agli articoli 110 e 416-bis codice penale (concorso esterno in associazione mafiosa, ndr). Secondo le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia (Michele Orsi, imprenditore dei rifiuti ucciso a Casal di Principe nel giugno 2008 e gestore di fatto della “Flora Ambiente”, società che si occupava della raccolta rifiuti a Gricignano come partner privato della Gmc, ndr) il sindaco avrebbe concluso un accordo preelettorale che prevedeva, a fronte dell’impegno di un locale capoclan a favore del politico, la fruizione di rilevanti futuri vantaggi patrimoniali per l’organizzazione camorrista. Tali dichiarazioni sarebbero in parte convergenti con quelle rese da altro collaboratore (Paolo Di Grazia, ex boss di Carinaro e oggi collaboratore di giustizia, ndr) che ha riferito del sostegno elettorale reso al sindaco in diverse competizioni, asserzioni che hanno avuto parziali riscontri investigativi con riferimento al contributo del primo cittadino nelle assunzioni di personale legato alla famiglia del collaboratore. La relazione del Prefetto mette in rilievo come alcuni aspetti sintomatici dell’intreccio dei rapporti tra amministratori locali ed ambienti controindicati siano rinvenibili nell’assegnazione di un ex vigile urbano, con precedenti per associazione di tipo mafioso e detenzione abusiva di armi ed in stretti rapporti di parentela con elementi di spicco della criminalità organizzata, all’ufficio di staff del sindaco, ufficio di diretta collaborazione da ritenersi strategico ai fini dell’attuazione del programma politico amministrativo e di governo del territorio.

LA SOCIETA’ MISTA “GMC”. Gli aspetti di cointeressenza tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata ed il condizionamento che la stessa ha posto in essere nei confronti dell’attività di gestione dell’ente locale assumono particolare rilevanza nella vicenda della costituzione, ad opera dell’amministrazione comunale, di una società a capitale misto pubblico – privato (la Gmc, ndr) colpita nel corso dell’anno 2007 da provvedimento interdittivo antimafia. In particolare le indagini ispettive hanno evidenziato elementi di compartecipazione della criminalità organizzata nella gestione della società ed inoltre come alcuni membri del consiglio di amministrazione della suddetta impresa, così come diversi rappresentanti della sua componente privata, abbiano avuto frequentazioni con affiliati del locale clan camorrista.

LA GARA PER IL PARTNER PRIVATO DELLA “GMC”. L’esame del bando di gara, pubblicato per la ricerca del partner privato, evidenzia che i criteri di scelta e la relativa attribuzione di punteggi non sembrano finalizzati ad individuare una società con caratteristiche tecniche utili per la puntuale esecuzione dei servizi da svolgersi da parte della costituenda impresa. Alcuni profili di illegittimità sono inoltre stati individuati nello svolgimento della gara ad evidenza pubblica per la scelta del partner privato atteso che la stessa si è svolta con sedute segrete. La relazione del Prefetto evidenzia altresì come nella fase costitutiva solamente una delle ditte rappresentanti la componente privata della società a capitale misto era in possesso della necessaria qualificazione per l’esecuzione di lavori pubblici e per la sola manutenzione degli immobili.

MODIFICHE AD ASSETTO SOCIETARIO. Ulteriori elementi che mettono in rilievo un mancato esercizio del potere di controllo da parte dell’ente locale nonché profili di illegittimità delle relative procedure, vengono evidenziati nelle intervenute modifiche dell’assetto societario, in particolare per quanto riguarda le quote di proprietà della componente societaria privata, interventi che hanno consentito una diversa composizione del capitale sociale, realizzata tuttavia senza l’avvio di procedure ad evidenza pubblica, come richiesto dalla normativa di settore, ma attraverso cessioni di quote. La relazione della commissione d’indagine evidenzia come, per mezzo di tali cessioni ed in elusione di qualsiasi forma di pubblicità, una delle società componenti della compagine privata, destinataria di un provvedimento antimafia, abbia ceduto la propria partecipazione sociale ad altra ditta la quale ha successivamente acquistato parte del pacchetto azionario di un’altra società componente della compagine privata, fortemente condizionata dalla criminalità organizzata.

ELUSIONE DELLA NORMATIVA ANTIMAFIA. Altri episodi sono rappresentativi della volontà dell’ente locale di eludere le vigenti disposizioni in materia di certificazione antimafia, in particolare quello concernente la procedura selettiva del partner privato ove è stata ritenuta sufficiente la comunicazione antimafia pur tenuto conto che l’importo concernente l’affidamento dei servizi alla societàmista sarebbe stato certamente superiore a quello fissato dalla normativa antimafia per tale tipo di comunicazione. Il mancato rispetto delle procedure previste dalla normativa vigente o comunque il grave ritardo nella loro attivazione sono altresì rinvenibili nella richiesta dell’informativa antimafia nei confronti della società a capitale misto, formulata dall’ente locale solo sul finire dell’anno 2006, mentre sarebbe dovuta avvenire all’atto della costituzione della società.

TRASPORTO SCOLASTICO E DISABILI. La relazione del prefetto mette inoltre in luce come le indagini concernenti gli affidamenti dei servizi di trasporto scolastico, trasporto disabili e mensa scolastica abbiano evidenziato gli elementi sintomatici di una condizione di permeabilità degli organi elettivi e dell’apparato burocratico, le cui determinazioni si sono orientate all’asservimento agli interessi delle locali organizzazioni criminali. Nei casi menzionati l’ingerenza e lo sviamento dell’attività di gestione dell’ente sono stati resi possibili da una serie di rapporti di parentela, frequentazioni e cointeressenze tra alcuni amministratori e dipendenti comunali con soggetti legati o in organico alla locale criminalità, oltreché da una diffusa e ripetuta elusione di disposizioni normative che hanno consentito di adottare provvedimenti illegittimi risoltisi a beneficio di società o soggetti controindicati.

TRASPORTO DISABILI. Indicativa della condizione di permeabilità dell’ente è, nel suo complesso, la vicenda concernente il servizio trasporto disabili, assegnato per mezzo di nomina diretta da parte dell’amministrazione comunale ad un soggetto condannato per reati associativi di stampo mafioso e fratello del locale capoclan. Lo stesso ha disimpegnato il suddetto servizio pubblico dal 2003 al 2007 con una serie di proroghe, tra loro discontinue e caratterizzate da palesi elementi di illegittimità. La commissione d’indagine ha inoltre posto in rilievo come la successiva gara, indetta nel corso dell’anno 2007 per l’affidamento del suddetto servizio, sia stata aggiudicata all’unica società partecipante, riconducibile allo stesso soggetto cui il servizio trasporto disabili era stato precedentemente affidato. Tale conferimento è stato successivamente revocato a seguito di intervenuta interdittiva antimafia in capo alla menzionata impresa ed è stato poi aggiudicato, con una procedura negoziata caratterizzata da evidenti profili di illegittimità ed anomalie procedimentali. La relazione prefettizia evidenzia taluni elementi sintomatici di collegamenti tra l’impresa risultata aggiudicataria dell’affidamento diretto e la precedente destinataria della interdittiva, acclarati anche da un procedimento penale instaurato presso la Dda di Napoli e tali da far ritenere che la gestione del servizio in questione sia riconducibile alla locale famiglia camorrista.

TRASPORTO SCUOLA MATERNA. Analoghi profili di illegittimità hanno interessato il servizio trasporto alunni scuola materna, affidato per circa 10 anni alla stessa ditta che gestiva già il servizio trasporto disabili e caratterizzato da numerose proroghe, nonostante gli espressi divieti posti dalla normativa vigente. Nella relazione prefettizia viene evidenziato come la richiesta di accertamenti antimafia venne inviata alla Prefettura, che appurerà la sussistenza di cause ostative, solo successivamente all’avvenuto conferimento dell’incarico. La commissione d’indagine ha messo in luce altresì come il capitolato d’appalto richiedesse per lo svolgimento del servizio il possesso di un deposito automezzi sito nel territorio del comune di Gricignano di Aversa, condizione che deve ritenersi illegittima in quanto comporta una non giustificata ed irragionevole restrizione dei requisiti di partecipazione alla gara. La stessa attuale amministrazione ha in seguito approvato un nuovo capitolato d’appalto che, da una comparazione effettuata con quello precedente, non risulta essere in alcun modo migliorativo per l’amministrazione comunale. La relazione dell’organo ispettivo ha inoltre evidenziato, in relazione all’ultima gara aggiudicata alla ditta in questione, come il servizio sia stato iniziato senza che si fosse preventivamente proceduto all’aggiudicazione definitiva ed alla sottoscrizione del relativo contratto.

MENSA SCOLASTICA. Evidenti profili di illegittimità sono altresì rilevabili in alcune procedure che si sono svolte nel corso dell’attuale amministrazione, per l’affidamento del servizio di refezione scolastica, aggiudicato ad una ditta risultata positiva ai controlli antimafia e successivamente ad altra società nei cui confronti sono in corso accertamenti per possibili collegamenti con la criminalità organizzata.

PARCHEGGI. Ulteriore appalto affidato ad impresa riconducibile a soggetti con rapporti di parentela con esponenti di primo piano della criminalità organizzata è quello relativo alla realizzazione di parcheggi in via Selicara e via Aversa per un importo di circa 360mila euro. Gli intestatari della ditta risultano avere rapporti indiretti di parentela con la sorella di un superlatitante. Anche in questo caso rilevate carenze di pubblicità del bando e mancata acquisizione del certificato antimafia nonostante l’importo a base d’asta di 190.711,63 euro, superiore alla soglia comunitaria.

AREA PIP. Procedure anomale sono state rilevate anche per l’area Pip (Piano insedimenti produttivi) determinate anche da comportamenti omissivi dei responsabili dell’Ufficio tecnico comunale. La relazione cita numerosi sequestri nell’area, tuttora oggetto di indagini della magistratura che coinvolgono amministratori e dipendenti comunali.

CONCLUSIONI. Le evidenziate cointeressenze tra alcuni amministratori con soggetti legati alla locale criminalità, unitamente al venir meno da parte degli organi elettivi, in particolare del sindaco e della giunta comunale, ai propri doveri di vigilanza e controllo sull’apparato gestionale amministrativo, hanno favorito il condizionamento dell’attività amministrativa e consentito l’instaurarsi di un ambiente ove la criminalità organizzata ha trovato spazio per la gestione dei propri affari. Le vicende analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nella relazione del Prefetto hanno infatti rivelato una serie di condizionamenti nell’amministrazione comunale di Gricignano di Aversa, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, con pregiudizio dei principi di buon andamento, imparzialità e trasparenza. Ritengo, pertanto che, sulla base di tali elementi, ricorrano le condizioni per l’adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Gricignano di Aversa(Caserta)ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, con l’affidamento della gestione dell’ente locale ad una commissione straordinaria, per rimuovere gli effetti delle predette anomalie, anche in virtù degli speciali poteri di cui all’articolo 145 del medesimo decreto legislativo. In relazione alla presenza ed all’estensione dell’influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi.

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