Napoli Film Festival, “doppietta” di Loris Arduino

di Redazione

Loris ArduinoAVERSA. Il regista aversano Loris Arduino porta per due volte il nome della città di Aversa sul palco dei vincitori del Napoli Film Festival.

A chiudere la rassegna, che ha visto anche la presenza del sindaco Rosa Russo Iervolino, tenutasi nella splendida cornice di Castel Sant’Elmo dal 5 all’11 giugno, è stato il premio oscar Ennio Morricone. Con il “papà” del western all’italiana gli attori Riccardo Scamarcio e Isabella Ferrari e i registi Pupi Avati e Jonathan Demme hanno partecipato alla rassegna che, giunta alla 12esima edizione, ha visto oltre un centinaio di finalisti contendersi la vittoria nelle cinque categorie in cui è stata suddivisa, valutate ciascuna da una diversa giuria composta da attori, critici e giornalisti specializzati nei settori specifici.

Due le opere del regista aversano ammesse alla finale nelle categorie Schermo Napoli Corti e Schermo Napoli Quick intitolate, rispettivamente, “Sushi” e “Five times smile plus one”. Entrambe opere originali realizzate con attori non professionisti. Particolare successo ha ottenuto “Five times smile plus one”, realizzato in meno di due giorni, come imposto dal regolamento del settore del corti “Quick” del Napoli Film Festival.

I registi ammessi alla fase finale di questa sezione della manifestazione hanno avuto 50 ore di tempo, da sabato a lunedì mattina, per ideare, girare e montare i film, basandosi su una delle opere presenti nel Museo del ‘900 aperto da poche settimane nel carcere alto di Castel Sant’Elmo. Appena terminata la visita al museo e deciso l’opera a cui ispirarsi, i concorrenti sono stati abbinati per sorteggio ad una citazione tratta da un film della tradizione cinematografica campana.

Dopo aver scelto il quadro di Maria Palliggiano intitolato “Risata in cinque tempi + 1”, un olio su truciolato pressato realizzato in sei tavolette ciascuna di cm 40 x 30, donato al museo da Riccardo Notte, al regista aversano è stata abbinata la citazione “Per essere ricordato ed amato da qualcuno bisogna avere un nome” tratta da “Volesse il cielo” di Vincenzo Salemme. Un “volesse il cielo” che per Loris Arduino, al termine della manifestazione, si è tramutato in realtà grazie alle due belle vittorie ottenute con altrettanti lavori in gara.

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