Caso Claps: ritrovati resti umani nella chiesa S.S. Trinità

di Emma Zampella

Elisa_ClapsMILANO. Il mistero lungo 17 anni, relativo alla scomparsa di Elisa Claps, sembra essere arrivato ad una soluzione: nel sottotetto di una chiesa, la S.S. Trinità a Potenza, sono stati trovati resti umani che potrebbero appartenere alla giovane donna, scomparsa il 12 settembre del 1993, quando aveva solo 16 anni.

A far venire alla luce il ritrovamento è stato il questore Romolo Panico che sulla vicenda ha affermato che la certezza arriverà solo dall’esame del Dna. Giovedì mattina la polizia scientifica continuerà gli accertamenti nel sottotetto in cui nulla è stato mosso: accanto ai resti umani, ci sarebbero anche effetti personali, quali occhiali e un orologio, che potrebbero appartenere alla donna scomparsa. Su tutta la vicenda il questore non si espone ma afferma che: Un corpo in avanzato stato di decomposizione, in condizioni molto precarie. Potremmo arrivare all’identificazione dagli oggetti ritrovati, fra i quali vi sono anche resti degli occhiali di Elisa”.

L’attenzione sulla scomparsa di Elisa si è mantenuta viva per circa 17 anni, grazie anche al monito costante di trasmissioni televisive come “Chi l’ha visto”, che hanno aiutato lo svolgimento del caso. Per ora la chiesa è monitorata e presidiata da agenti della polizia che regolano l’ingresso all’interno del luogo sacro. Anche Gildo Claps, fratello di Elisa, ha visionato il corpo, che secondo alcune indiscrezioni sarebbe mummificato, presente nella chiesa: non ha parlato con i giornalisti, ma ha confidato ad alcuni amici di non essere sicuro che si tratti del corpo della sorella, anche se insieme a tutti i parenti, Gildo Claps avrà modo di analizzare i resti e gli oggetti ritrovati.

Elisa fu vista per l’ultima volta nel settembre del 1993 nella stessa chiesa da un testimone, Danilo Restivo, coinvolto poi nell’inchiesta come unico indiziato. Restivo, successivamente si è trasferito in Inghilterra, dove è rimasto coinvolto in un’altra inchiesta per la morte di una donna, la sarta Heather Barnett, che abitava nei pressi della sua casa.

L’inchiesta sulla scomparsa di Elisa è partita da zero due anni fa, tanto che negli ultimi mesi sono stati effettuati sopralluoghi con apparecchiature tecnologiche che sono in grado di leggere all’interno di corpi compatti cementizi la presenza di cavità o di nicchie, un radar utilizzato per trovare i covi dei latitanti e dei criminali, ma anche per trovare anfratti dove occultare un cadavere. La famiglia Claps è oramai rassegnata al pensiero di poter trovare ancora in vita Elisa, ma cerca quanto meno di far giustizia e di capire le dinamiche precise della vicenda.

La vicenda Claps nel corso degli anni si è intrecciata con un altro omicidio, quello ai danni della sarta in cui l’unico indagato era proprio lo stesso Restivo, trovata morta nella sua casa lo scorso 12 novembre 2002 con la testa fracassata, il seno mutilato e una ciocca di capelli tra le mani. I due omicidi restano collegati perché l’unico indiziato è Danilo Restivo, ma anche le indagini della polizia del Dorset sono sempre aperte e non hanno ancora portato ad un’incriminazione. La polizia inglese ha fatto un sopralluogo anche in Basilicata a conferma del legame che viene attribuito al caso di Elisa Claps.

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