Unimpresa, Scaringia replica agli assessori Diomaiuta e Verde

di Redazione

Vittorio ScaringiaAVERSA. “Siamo contenti che ci sia tanto interesse nei confronti delle iniziative di Unimpresa: evidentemente il nostro modo di agire trasparente e nel rispetto delle leggi sta cominciando a dare fastidio in determinati ambiti, istituzionali e di rappresentanza di categoria”.

Vittorio Scaringia, presidente di Unimpresa Aversa, risponde alle dichiarazioni rese in un comunicato stampa dagli assessori comunali Pasquale Diomaiuta e Alfio Verde.

“Riguardo alla titolarietà di Unimpresa, associazione presente su tutto il territorio nazionale – aggiunge Scaringia – invitiamo il Comune a darci eventuali motivazioni ufficiali per un eventuale “non riconoscimento”, prima di fare illazioni in merito: all’occorrenza sapremo difenderci per far valere i nostri diritti a rappresentare le imprese del territorio. La richiesta del numero di associati è del tutto fuori luogo, primo perché non ci sembra che il Comune abbia mai richiesto ciò a qualsiasi altra associazione, secondo perché basterebbe la rappresentanza di solo un imprenditore per darci il diritto di batterci per farne valere i diritti. Tra l’altro l’incontro del 24 marzo con gli ambulanti serve solo per spiegare loro operativamente come avverrà l’assegnazione dei posteggi in base alla Legge Regionale 1/2000, proprio per evitare possibili critiche o discussioni sull’operato dell’Amministrazione Comunale, per cui non comprendiamo le critiche in merito. Per la questione della Fiera del sabato, ci dispiace che vi sia quest’atteggiamento del Comune rispetto al nostro intervento, l’importante è che i nostri associati sappiano come sono andate le cose”.

Scaringia commenta anche alcune dichiarazioni degli assessori sulla questione dei Centri Commerciali Naturali: “è opportuno chiarire definitivamente la questione ai commercianti aversani: innanzitutto Unimpresa supporta solo istituzionalmente, come da statuto, Il Basilisco, che è un consorzio di imprenditori gestito da imprenditori; secondo, l’esistenza di due consorzi non pregiudica affatto l’assegnazione dei finanziamenti, tant’è vero che a Napoli ne stanno nascendo tre; terzo, ciò che il Comune e le altre associazioni omettono di dire è che i contributi presuppongono un investimento del 50% (con anticipo del 75% del totale) da parte degli imprenditori, per cui aderire a un CCN significa impegnarsi a effettuare un investimento, e mentre Il Basilisco è sempre stato trasparente sulla questione, presentando anche ufficialmente progetto e investimento, l’altro consorzio non ha mai parlato di ciò; anzi consigliamo ai commercianti a fare attenzione a ciò che firmano, chiedendo adeguate spiegazioni prima di dare la propria adesione. In questa vicenda si dice di voler far chiarezza ma poi intervengono assessori che non sono del ramo, si continuano a confondere associazioni, centri commerciali naturali, il consorzio e il sottoscritto, e stupisce che questa nota arrivi dopo continui contatti telefonici cordiali e amichevoli con l’assessore al ramo, con cui proprio stamattina c’è stato un colloquio per stabilire le linee guida dell’incontro di domani. Chi è, dunque, il mandante vero ma occulto del comunicato?”.

Scaringia passa infine alla proposta: “A questo punto – suggerisce – proprio per evitare qualsiasi altra illazione in merito, chiediamo ufficialmente al Comune un incontro pubblico in presenza di stampa, commercianti e associazioni di categoria per discutere sulla questione dei CCN: così tutti capiranno perché è nato l’altro consorzio quando Il Basilisco già esisteva da ben 13 anni ed aveva già proposto un progetto allargato a tutta la città. La cosa che ci sembra strana, comunque, è che tale attacco sia pervenuto proprio nel giorno in cui abbiamo protocollato al Comune una richiesta di accesso agli atti per controllare l’utilizzo dei fondi stanziati lo scorso Natale dal Comune, circa 30.000 euro con il supporto della Camera di Commercio, e gestiti dalle altre associazioni con i risultati che tutti conosciamo”.

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