Elezioni, Udc ancora incerto. Bossi: “Sopra il Po non c’è spazio”

di Emma Zampella

 ROMA. Sembrano definirsi i meccanismi che condurranno alle prossime regionali. Ma i giochi sono ancora aperti e il quadro politico potrebbe subire ancora dei cambiamenti.

Intanto, si smarca dall’incertezza il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, che è categorico su almeno un punto: no all’alleanza con l’Udc di Pier Ferdinando Casini. E lo ha fatto sapere, con toni alterati ma decisi, all’inaugurazione dell’Università di Pavia.“Vada da solo, visto che si ritiene così forte”, anche perché sopra il Po non sembra essere rimasto spazio e le trattative sembrano essere concluse.

Ma la Lega non vuole rimanere vincolata al Nord del Paese, punta anche al meridione. “La nostra natura padana è sicura, anche se siamo una forza politica che tutti vogliono. Infatti ci chiamano in tutte le regioni perché sanno che la Lega non fa accordi con la mafia. Siamo una forza politica popolare. Abbiamo argomenti forti perché li peschiamo direttamente dalla gente”.

Su questo punto la replica di Casini non si è fatta attendere, accusando la politica del leader dei Verdi come arrogante per il suo voler dettare regole al sud, la cui caratterizzazione politica sembra essere di centro sinistra. “Pretendono di dettare le alleanze non solo al nord, dove noi non siamo disponibili a intese con loro e loro con noi, ma anche al sud. È un problema che riguarda la Lega e il Pdl. Nessuno può pretendere che noi tradiamo i nostri elettori facendo un’alleanza nazionale con il centrodestra. Il nostro elettorato ci ha mandato in Parlamento all’opposizione, se facessimo una cosa diversa saremmo dei traditori delle banderuole”, commenta il leader dell’Udc alle provocazioni della Lega.

Anche perché non sembrano mutarsi i rapporti tra Lega e Pdl, la cui coalizione sembra sempre più forte e decisa: “La Lega è molto forte e con Berlusconi c’è un accordo di ferro”, dichiara Bossi. Ma i problemi per il partito di Casini non sembrano essere terminati. È nell’aria una possibile rottura dei rapporti anche con Gianfranco Fini, cosa che metterebbe a rischio la candidatura della Polverini nel Lazio. Anche perché il premier, Silvio Berlusconi, non sembra accettare la politica del doppio forno attuabile da Casini. Anche se il portavoceCicchitto e il ministro Rotondi non credono sia il tempo propizio per parlare ancora di Casini, le cui scelte tematiche restano ancora del tutto discutibili. “Ci sono temi come la salute e la vita che interessano le Regioni e sui quali l’Udc dovrebbe mostrare meno esitazione nella scelta, commenta a tal proposito Gasparri. E il ministro Calderoli non sembra andarci piano con le critiche alla strategia politica di Casini “che vive ancora nella Prima Repubblica, e che con la sua politica dei due forni prima o poi non ne rimarrà nessuno. L’Udc si muove allora nella solitudine verso queste regionali che scuotono gli equilibri politici creduti saldi”.

E prendendo spunto dalla scelta politica dell’Udc, il Pd di Bersani crea il suo equilibrio. “Ci sono invece 2-3 situazioni non semplici sulle quali bisogna ancora lavorare. Noi stiamo agendo per fare del Pd il perno di convergenze più ampie per battere la destra e delineare i primi elementi di una possibile alternativa. Vedo quello che sta succedendo tra destra e Udc che ha fatto una scelta politica generale. Noi ne prendiamo atto e lavoriamo Regione per Regione in chiave federalista per vedere se ci sono convergenze su programmi e candidature”, dice Bersani facendo presente che il quadro di certezza di 9 regioni. “E poi – commenta invece Giro è inaccettabile che l’Udc quando cerca l’accordo con il Pd dialoga direttamente con Bersani o con D’Alema e cerchi con loro l’intesa diretta anche se censurabile. Mentre quando cercano l’accordo con il Pdl, Casini e i suoi dichiarano davanti a tutte le Tv locali e nazionali che loro l’intesa la fanno solo e soltanto con in candidati presidenti, come nel caso della Polverini, e non con il Pdl e tantomeno con Silvio Berlusconi cheè e resta per loro Belzebù”.

Ma dal Pdl Daniele Capezzone fa sapere che qualsiasi siano le alleanze che si determineranno tra il partito di Berlusconi e quello di Casini, “c’è da ritenere che gli elettori italiani non premieranno gli eccessi di furbizia, di ambiguità e di tatticismo, chiunque se ne renda responsabile.

E l’invito a prendere una posizione per Casini arriva anche dal leader dell’Idv Antonio di Pietro che fa sapere della possibilità di un matrimonio con l’Udc a patto che questo mantengano la monogamia: “Non esiste – ha aggiunto Di Pietro – nel nostro Paese matrimonio con due mogli. Io, politicamente, vorrei andare a letto con una persona di cui ho fiducia, che condivide con me un progetto”.Il leader dell’Idv inoltre si dichiara disponibile ad accettare entrambi i candidati alle primarie di Puglia, evidenziando la necessità di una rottura con il passato e il bisogno di una politica di trasparenza e maggiore effcienza.

Fiduciosa agli accordi con l’Udc si dice anche la Polverini che fa monito del suo pensiero a “Mattino 5”, nella rubrica di Maurizio Belpietro. “Bisogna mantenere la calma, l’accordo con l’Udc si farà. A livello nazionale l’Udc è all’opposizione e non è facile, secondo me, – ha detto la Polverinigestire alleanze diverse sui territori. Penso, però, che è possibile nel momento in cui gli accordi sono fatti su temi importanti; nel Lazio sicuramente l’accordo con l’Udc è importante non tanto in termini elettorali quanto in termini di contenuto e programma. Io in particolare ho sempre sposato temi molto vicini all’Udc anche nel mio impegno da sindacalista, ho sempre trovato l’Udc sulle mie proposte. Quindi penso che – ha concluso Polverini – sarà assolutamente possibile tenere questo accordo. Poi la gestione nazionale delle varie diversità degli accordi, chiaramente è un problema di gestione che riguarda l’Udc”, anche perché senza quest’ultimo la posizione della Polverini sembra sfumare nell’incertezza.

Il piano delle alleanze sarà definitio il prossimo mercoledì, quando nell’ufficio di presidenza del Pdl si saprà cosa fare dell’Udc, anche se Berlusconi ha fatto sapere che lo spiraglio a trattative con Casini è molto piccolo.

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