Milano, pestato a calci e pugni perché omosessuale

di Emma Zampella

Coppia di omosessualiMILANO. E se i trans saltano da un programma all’altro in tv, in seguito al caso Marrazzo, proprio a voler accertare un’apertura sociologica nei confronti di chi fa scelte sessuali di questo tipo, c’è ancora chi soffre di omofobia e non sa come venirne fuori.

Non a caso la scorsa notte c’è stata un’aggressione ai danni di un gay, italiano, 47enne, avvenuta all’interno di un McDonald’s di via Rubicone, a Milano. Gli aggressori, vestiti di scuro, sarebbero tre ragazzi, anch’essi italiani, di circa 25 anni, che la stessa vittima avrebbe ravvisato a bordo di una station-wagon, mentre si trovava nel piazzale del cimitero di Bruzzano, luogo dove si sera di prostituiscono uomini di ogni età. Il gruppo avrebbe tentato di bloccare la vettura dell’omosessuale, accendo i fari abbaglianti dell’ auto. L’automobilista impaurito, quindi, si sarebbe rifugiato all’interno del McDonald’s, sperando di poter sfuggire all’aggressione data la presenza di altre persone.

Ma gli omofobi non si sono fermati nemmeno davanti ad eventuali testimoni, che sono stati a guardare, facendo il loro gioco. I tre hanno aggredito l’uomo, scaraventandolo al suolo, picchiandolo con calci e pugni, gridando insulti anche pesanti, a sfondo sessuale, come “brutto frocio”. L’uomo, però, dopo averne prese abbastanza, è riuscito a divincolarsi e a rifugiarsi nell’ufficio del responsabile da dove ha potuto chiamare soccorsi in suo aiuto. E omofobi potrebbero anche esseri gli stessi clienti del locale che non hanno cercato di difendere il giovane. Su di loro non gravava alcuna colpa? Come a ricordare il vecchio detto: “Si predica bene (alla tv) e si razzola male (in società).

Dell’aggressione si sono occupati gli agenti della Questura di Milano, che hanno cominciato le indagini della banda della spedizione punitiva, partendo anche dai filmati delle telecamere a circuito chiuso che sono all’interno del locale. E se c’è un’aggressione che comincia c’è un’altra di cui continuano le indagini. Comincerà, infatti, domani il processo che ha come imputato Andrea Sardelli, il 40enne accusato di aver aggredito una coppia di omosessuali lo scorso 22 agosto. Il processo, che si era aperto con il consenso del gup, Rosalba Liso, alla perizia psichiatrica sull’uomo, per attestarne una mancata di capacità di intendere e volere e una presunta pericolosità sociale, lo scorso 18 novembre avrebbe accolto la richiesta del pm Pietro Pollidori di dieci anni di reclusione per tentato omicidio e lesioni gravi.

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