Universita’, Gelmini: “Riforma coraggiosa”. E gli studenti la “rapiscono”

di Angela Oliva

Maria Stella GelminiROMA. “Il ratto della Gelmini”, s’intitola così il videoclip per promuovere la manifestazione già indetta a Roma per il prossimo 6 novembre realizzato dall’Unione Studenti Universitari.

Il filmato inscena il finto rapimento del ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini e il gruppo di rapitori come riscatto chiede due miliardi di euro da destinare all’università italiana. Al di là del video, negli ambienti universitari la tensione e serpeggia il malumore per la riforma degli atenei che rischia, secondo l’Usu, di distruggere l’università pubblica, riducendola ai minimi termini, togliendo qualsiasi spazio di democrazia e privatizzando quanto possibile.

“Dietro all’ironia utilizzata per richiamare l’attenzione. – precisano gli studenti che hanno realizzato il video – C’è malumore tra gli studenti per le nuove norme varate dal Consiglio dei ministri. Chi fa le riforme continua a non ascoltare chi le subisce. Non c’è stato alcun tavolo di discussione con gli studenti sui temi della governance e del diritto allo studio. L’università – concludono – appartiene a chi la vive a chi la frequenta quotidianamente, a chi attraverso lo studio sogna di costruirsi un futuro con il proprio impegno e la propria determinazione, appartiene agli studenti”.

Gli studenti chiedono maggiore attenzione per le scuole e soprattutto meno tagli, come afferma la nota congiunta dell’Unione degli studenti e del Coordinamento universitario Link: “Basta tagli su scuola, università, ricerca. Bisogna costruire un modello diverso di didattica e di apprendimento che sia discusso ed elaborato con gli studenti, un sistema di welfare che permetta agli studenti medi, agli universitari, ai dottorandi e agli studenti delle accademie di poter accedere liberamente ai canali del sapere, investimenti cospicui sulle politiche di diritto allo studio, dalla gratuità dei trasporti, alla fornitura gratuita dei libri di testo, a borse di studio garantite agli studenti meno abbienti, ad agevolazioni sull’acquisto di materiale e iniziative culturali e di formazione”.

Intanto, questa mattina, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro Gelmini ha riferito che si tratta di un disegno di legge che “punta ad affrontare in maniera seria e coraggiosa i problemi dell’università”.

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha elogiato la collega e la sua riforma: “Piccoli ministri crescono. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha fatto un lavoro complesso e quella dell’università è una grande riforma. Sono stato solo usato come un vecchio professore: quando si aveva un’idea nuova si testava con l’esperienza di tanti e tanti anni. Ho sentito dire cose strane, parlare di contrasto, di interferenze e contrarietà, non è stato così. Certo – ha concluso Tremonti – il tema è stato complesso”.

La Gelmini ha anche annunciato il matrimonio con il fidanzato e imprenditore bergamasco Giorgio Patelli.

Ecco i punti principali della Riforma Gelmini:

CODICE ETICO ANTI-PARENTOPOLI
Ci sarà un codice etico per evitare incompatibilità, conflitti di interessi legati a parentele.

RETTORI A TEMPO
Un rettore non potrà rimanere in carica per più di 8 anni (attualmente ogni università decide il numero dei mandati), con valenza retroattiva.

FUNZIONI NETTAMENTE DISTINTE TRA SENATO E CDA
Il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il Cda ad avere la responsabilità chiara di spese e assunzioni, anche delle sedi distaccate. Il Cda non sarà elettivo, avrà il 40% di membri esterni e anche il presidente potrà essere esterno. È prevista una presenza qualificata di studenti negli organi di governo. La riforma della governance prevede, inoltre, la figura di un direttore generale, un vero e proprio manager di ateneo, al posto dell’attuale direttore amministrativo. Il nucleo di valutazione d’ateneo avrà una maggiore presenza di membri esterni per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.

PER PROF VALUTAZIONE DA STUDENTI E CERTIFICAZIONE PRESENZA
Gli studenti valuteranno i professori e questo giudizio sarà determinante per l’attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero. I docenti avranno l’obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Viene, inoltre, stabilito un riferimento uniforme per l’impegno dei professori a tempo pieno: 1.500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti. Scatti stipendiali solo ai prof migliori e possibilità di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.

FUSIONI E RIDUZIONE DEI SETTORI DISCIPLINARI
Ci sarà la possibilità di unire o federare università vicine per abbattere costi e aumentare la qualità di didattica e ricerca. Saranno ridotti i settori scientifico-disciplinari dagli attuali 370 alla metà (consistenza minima di 50 ordinari per settore) per evitare che si formino micro-settori che danno troppo potere a cordate ristrette. Riduzione delle facoltà che potranno essere al massimo 12 per ateneo.

ABILITAZIONE NAZIONALE

Il ddl introduce l’abilitazione nazionale per l’accesso di associati e ordinari. L’abilitazione è attribuita da una commissione nazionale (anche con membri stranieri) sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università. Si prevede una netta distinzione tra reclutamento e progressione di carriera.

SPAZIO AI GIOVANI RICERCATORI
Si prevedono contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3), al termine dei quali se il ricercatore sarà ritenuto valido dall’ateneo sarà confermato a a tempo indeterminato come associato. Il provvedimento abbassa l’età in cui si entra in ruolo da 36 a 30 anni con uno stipendio che passa da 1.300 a 2.100 euro. Tra le novità l’aumento degli importi degli assegni di ricerca e l’abolizione delle borse post-dottorali.

BILANCI TRASPARENTI, COMMISSARIAMENTO PER CONTI IN ROSSO
Verrà introdotta una contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra i ministeri dell’Istruzione e del Tesoro. Debiti e crediti saranno resi più chiari nel bilancio. È previsto il commissariamento per gli atenei in dissesto finanziario.

AIUTI A STUDENTI MERITEVOLI
È prevista la delega al governo per riformare la legge 390/1991, in accordo con le Regioni. L’obiettivo è quello di spostare il sostegno direttamente agli studenti. Sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di studio e di gestire, con tassi bassissimi, i prestiti d’onore.

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