Omofobia, scoppia il caso Binetti nel Pd, si pensa all’espulsione

di Angela Oliva

Paola BinettiROMA. Non si è ancora placata la polemica all’interno del Partito Democratico dopo la bocciatura della Camera al ddl sull’omofobia.

In particolare, in casa democratica, a tener banco è il caso della parlamentare teodem Paola Binetti che, nella votazione di martedì, si è schierata al fianco del Pdl, scatenando il putiferio.

In particolare il segretario del Pd Dario Franceschini aveva definito la scelta della Binetti “un grande problema” ed ha chiesto la sua espulsione dal partito: “Si deve riflettere sulla stessa permanenza di Paola nel Pd, ma non sono io a poter decidere: il segretario del partito non ha questi poteri. Io credo – ha precisato Franceschini – che questi non siano temi su cui ci possa essere libertà di coscienza. Sono chiamati in causa i valori fondativi, l’idea stessa del Pd, che ha al primo posto la lotta a tutte le discriminazioni, contro tutte le aggressioni alle diversità. In un grande partito – ha concluso – su tanti temi ci deve essere posto per tutte le posizioni, ma su un tema come questo non è ammissibile che si voti con la destra, contro il proprio partito”.

Intanto la Binetti resta ferma sulla sua posizione e smentisce le voci di corridoio che darebbero per imminente un suo passaggio all’Udc: “Restare nel Pd è una delle poche cose di cui sono sicura. Alle primarie – ha annunciato la Binetti – voterò Bersani perché ha avuto una reazione più equilibrata. Certamente non voterò Franceschini che propone la mia espulsione, né voterò scheda bianca. Il disegno di legge sull’omofobia

conclude la deputata teodem – aveva punti nebulosi. Ora mi sento anche io una minoranza, anche io voglio essere tutelata”.

La pensa diversamente dal segretario Franceschini, Beppe Fioroni affermando che sarebbe un errore espellere la Binetti: “Sarebbe sbagliato espellere Paola Binetti, quando condivide con il partito il 90% delle idee. Come sempre – ha detto Fioroni – facciamo tempeste in un bicchier e facciamo regali alla destra, che si divide in più pezzi e che adotta una politica a gambero, si divide con decine di voti in dissenso; in tutto ciò il Pd evidenzia come fatto grave la preoccupazione di un singolo parlamentare. Io posso non condividere in toto le osservazioni della Binetti – ha aggiunto l’ex ministro – e votare in modo diverso ma mi batto perché in un partito democratico e plurale quale siamo noi, ci possa essere la libertà di esprimere dubbi e preoccupazioni e pensieri diversi”.

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