In ricordo di Michele Leone

di Redazione

Michele Leone SAN NICOLA LA STRADA. E’ andato via in silenzio, dopo aver fatto giungere dovunque la fragorosa eco della sua passione per la vita e per la sua città.

Pochissimi anni, improvvisamente spezzati nella triste notte tra il 5 e il 6 maggio, gli sono comunque bastati per conquistarsi l’amore sincero di quanti, tantissimi, hanno avuto la fortuna di goderne l’enorme carica spirituale, l’inesauribile desiderio di essere presente, la forza trascinante di sentirsi come tutti.

Quasi per fare dispetto ai suoi gravi problemi di salute avuti sin dalla nascita, che un po’ alla volta lo hanno costretto ad atroci sofferenze fino a condurlo alla cecità, Michele Leone ha tirato fuori la risorsa a lui più congeniale: la partecipazione, una cosa difficile che può diventare addirittura impossibile nella sua condizione, una cosa che richiede coraggio.

E il “Grande Mike”- così amava chiamarlo un suo amico speciale -di ciò ne aveva a dismisura, anzi ne offriva in quantità esemplare.

Egli è stato, per l’intero suo brevissimo ma intenso percorso, un osservatore attentissimo della realtà, mai richiudendosi nello sconforto ma sempre porgendosi con l’impeto del suo entusiasmo, tanto da riuscire a trasmetterne anche ai suoi genitori e ai fratelli che lo hanno accudito per tutta la vita con l’affetto che solo Dio può ispirare.

Michele andava alle scuole elementari con un giornale sotto il braccio. Fino a quando i suoi occhi hanno potuto vedere, di quotidiani soleva leggerne quattro e talvolta anche cinque al giorno. Tutti i giorni. Perché doveva informarsi, doveva sapere cosa accadeva in quel mondo che un po’ alla volta gli stava scomparendo. Lo animava soprattutto il desiderio di essere protagonista della sua realtà. Sapeva, con precisione scientifica, tutto della sua malattia, era lui a comunicarlo ai cari, agli amici, addirittura ai medici. Ma quello che maggiormente gli catturava l’attenzione erano le vicende della sua città, di quella San Nicola che gliera entrata nel cuore sin dall’adolescenza, da quando i primi giornali locali cominciarono a parlargliene da vicino, stuzzicando il suo interesse per la politica, per i progetti sociali, per le iniziative culturali.

Lettore ed ascoltatore assiduo dei periodici, siti internet e radio che hanno fatto la storia della stampa sannicolese, Michele non se ne perdeva una notizia, puntuale nel commentarle e nell’approfondirle attraverso le sue accorate lettere e i suoi intelligenti interventi.

E di lettere, oltre che ai giornali, Michele ebbe a scriverne anche a presidenti della repubblica e a primi ministri: tutti dovevano essere messi al corrente della sua condizione, tutti dovevano sapere che egli amava la vita, tutte le maggiori istituzioni dovevano impegnarsi per non spegnergli la luce, per far sì che egli potesse continuare a leggere, ad aggiornarsi, per poter dire la sua.

Proprio da questa sua fondamentale esigenza sorta quando, a seguito di un intervento al cervello, la vista stava ormai per abbandonarlo, egli ingaggiò la sua più grande battaglia, sorretto da amici sinceri, pronti a capire e a battersi per i suoi desideri che erano anche i suoi diritti. L’unica possibilità che gli rimaneva per non sentirsi fuori dal suo piccolo grande mondo di San Nicola la Strada era un sistema telematico, all’epoca ancora “artigianale” e da egli stesso abilmente escogitato, che gli consentisse di ricevere gli articoli giornalistici in forma vocale da ascoltare attraverso il telefono cellulare. Un “sacrificio” che egli chiese ripetutamente a varie fonti di informazione locale e del quale pochissimi si fecero carico, quanti però gliene bastarono per non perdere irrimediabilmente i contatti con quella realtà sannicolese che egli tanto amava e che tanto aveva sempre desiderato vivere attimo per attimo.

Michele Leone non ebbe a tralasciare nulla della innata smania di partecipare alla vita della sua comunità, di raccoglierne il richiamo, di manifestare con spontaneità la propria presenza.
Altri grandiosi aspetti della sua spiccata personalità contribuiscono a tracciare il profilo di un uomo eccezionale che ha voluto fortemente immergersi in ogni esperienza possibile per comprenderne il vero senso ed il giusto valore.

Lui che aveva bisogno di aiuto, si offriva per darne agli altri: la sua firma è la numero tre nello storico albo dei soci della Protezione Civile di San Nicola la Strada.

Nel suo cuore cristiano ardeva, inoltre, la fiamma di una fede sempre più viva, rafforzata dallo slancio dei suoi sentimenti e dalla schiettezza delle sue virtù: Michele era anche un affiliato della Congrega di San Nicola, per la quale aveva offerto la propria disponibilità allo scopo di servire ed assistere i bisognosi in nome ed in attuazione del precetto cristiano della carità.

Alla mamma Liliana Ciampi, al papà Agostino e ai fratelli Giuseppe e Roberto, tutti gelosamente custoditi nello scrigno che Michele ha voluto portare con sé in paradiso, vada il più sincero abbraccio ed il ringraziamento da parte della comunità sannicolese per aver coltivato sino in fondo, nella gioia e nella disperazione, nell’ansia e nell’amore, il seme di un figlio speciale della nostra terra.

Un figlio che si è alimentato della radiosa luce del suo animo senza porte. Quella stessa luce da cui presero vita i suoi occhi, che mai si spegneranno per continuare a vivere nei cuori e nella speranza.

…A proposito, “Grande Mike”, hai letto le ultime notizie? Dicono che a San Nicola la Strada è morto un ragazzo sensibile, intelligente, generoso…sofferente. Tu che lo hai conosciuto, puoi parlarci di lui? Sai, ne abbiamo bisogno. Per continuare ad amare.

di Nicola Ciaramella, www.corrieredisannicola.it

Michele è passato dal coma alla morte nella notte tra il 5 ed il 6 maggio scorso all’età di 35 anni.
Sabato 6 giugno, alle ore 19, nella Chiesa di S.Maria degli Angeli, don Pasquale Lunato celebrerà una funzione religiosa in occasione del trigesimo della prematura scomparsa.

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