Stretta di mano tra Pinelli e Calabresi, Napolitano: “Finita stagione dell’odio”

di Angela Oliva

 ROMA. Si è realizzato l’auspicio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di chiudere, nel giorno della memoria, la stagione dell’odio e del rancore.

Questa mattina, infatti, al Quirinale si sono incontrate per la prima volta dopo quarant’anni Licia Rognini, vedova di Giuseppe Pinelli e Gemma Capra, vedova del commissario Calabresi. Le due signore si sono strette la mano e, guardandosi negli occhi, si sono dette: “Fingiamo che non siano passati tutti questi anni. È stata una giornata intesa e ricca di emozioni”. Le due vedove sono state poi ricevute dal Capo dello Stato, dopodichè si sono intrattenute a parlare e si sono salutate con la promessa di rivedersi al più presto.

Il presidente della Repubblica nel suo discorso, ha voluto omaggiare tutti i familiari delle vittime del terrorismo celebrate in questo ‘giorno della Memoria’: “Nel rispetto e nell’omaggio i familiari di tutte le vittime di una stagione di odio e di violenza, rispetto e omaggio particolare vorrei rivolgerlo alla figura di un innocente, Giuseppe Pinelli, che fu vittima due volte, prima di pesantissimi infondati sospetti e poi di un’improvvisa, assurda fine. Qui non si vuole rimettere in questione un processo, – ha precisato – qui si compie un gesto politico e istituzionale, si rompe il silenzio su una ferita, non separabile da quella dei 17 che persero la vita a Piazza Fontana, e su un nome, di cui va riaffermata e onorata la linearità, sottraendola alla rimozione e all’oblio. Grazie – ha aggiunto il Capo dello Stato- signora Pinelli per aver accettato, lei e le sue figlie, di essere oggi con noi. Non si possono gettare indiscriminati e ingiusti sospetti sull’operato di quanti indagarono e in particolare sull’operato della magistratura. È parte dolorosa della storia italiana delle seconda metà del ‘900 – ha detto – anche quanto è rimasto incompiuto nel cammino della verità e delle giustizia. Il nostro Stato democratico porta su di se questo peso. Attenzione e rigore ho dovuto mostrare in tempi recenti nell’esercizio delle mie funzioni – conclude il presidente – nei rapporti con i capi di Stato della Francia e del Brasile per trattamenti incomprensibilmente indulgenti riservati a terroristi condannati per fatti di sangue e da lungo tempo sottrattisi alla giustizia italiana”.

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