“Leggi razziali”, è scontro tra Franceschini e Maroni

di Redazione

Franceschini e MaroniROMA. Dopo il via libera del Consiglio dei ministri alla fiducia sul disegno di legge sicurezza (e a quello sulle intercettazioni), scoppia la polemica sul reato di clandestinità.

Il segretario del Partito democratico, Dario Franceschini, oltre a criticare ricorso alla fiducia, accusa il governo di “voler tornare 70 anni dopo alle leggi razziali in Italia”. “Viene introdotto il reato di clandestinità, – aggiunge Franceschini – che non è solo contro il buon senso, ma è contro la Costituzione dal momento che la nostra Carta attribuisce alcuni diritti inviolabili non solo ai cittadini ma alla persona in quanto tale. Abbiamo già vissuto un momento in questo Paese in cui i bambini venivano cacciati dalla scuola per la loro religione. Ci opporremo in tutti i modi. Adesso è il momento di alzare la voce contro la destra più brutta e becera che c’è in giro”.

Ma il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, intervenendo su Canale 5, smentisce la tesi del leader del Pd. È una vera idiozia”, sbotta Maroni. “Dovrei indignarmi di questa cosa – continua il ministro – ma ci sorrido solo perchè capisco due cose. Primo che Franceschini non ha minimamente letto il nostro provvedimento, secondo che quello che dice Franceschini è la conferma che sul tema dell’immigrazione noi combattiamo l’immigrazione clandestina e facciamo ogni sforzo per integrare quelli che vengono onestamente a lavorare. Franceschini e il Partito democratico sono invece a favore dell’immigrazione clandestina, non c’è altra ragione per dire le stupidaggini che ha detto”. E incalza: “E’ assurdo ascoltare certe critiche da chi queste norme non le ha lette. Evidentemente chi lo fa è più dalla parte dei mafiosi che non dalla parte dei cittadini onesti”.

Maroni poi spiega: “Tutte le norme che abbiamo introdotto sono presenti nell’ordinamento europeo e sono state discusse con il commissario europeo”. Il pacchetto sicurezza, dunque, per il ministro dell’Interno costituisce “un passo in avanti importante nella lotta all’immigrazione clandestina e nella lotta alla criminalità organizzata. Abbiamo messo norme antimafia concordate con il procuratore nazionale, Piero Grasso, – sottolinea – e con le associazioni antiracket e la Confindustria Sicilia che si batte quotidianamente contro la mafia”.

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